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DICEMBRE 2008
II AVVENTO
(Mc.1,1-8)
"Ecco io
mando il mio Messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada".
In questa domenica di Avvento, troviamo un personaggio
classico di questo periodo: Giovanni
Battista. Come ultimo grande profeta di Israele, è chiamato da Dio
a preparare il popolo all’incontro con il suo Signore e compie questo incarico
con un gesto di purificazione attraverso il “battesimo” al fiume Giordano.
Per gli ebrei era consuetudine
purificarsi con l’acqua, come lavarsi al ritorno dal mercato o dopo aver
partecipato ad un rito. Lavarsi completamente era segno e certezza di essere
pienamente purificati.
Giovanni sceglie volutamente di
battezzare nel fiume Giodano. In questo modo, da una
parte, richiama un evento storico, ossia l’entrata nella terra promessa dopo la
schiavitù egiziana; dall’altra parte, vuole evidenziare il nuovo ingresso
nell’era messianica, nel tempo della promessa di un Dio liberatore che comincia
a diventare realtà.
Chi riceve il battesimo di Giovanni,
esprime l’intenzione di “cambiare vita”.
Giovanni diceva: “Raddrizzare i suoi
sentieri”.
Dio
non può camminare verso di noi, se gli frapponiamo gli ostacoli del nostro
egoismo, se non gli apriamo il cuore con sentimenti di amore. Egli, come ha scritto l’apostolo Giovanni nella sua
prima lettera, “ci ha amati per primo”; ma, poi, deve trovare in noi lo stesso sentimento.
Ciò esige appunto la conversione del
cuore, ossia la seria volontà di accogliere il Vangelo, che cambia la
nostra vita.
“Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale
io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali ”.
Giovanni è pienamente consapevole che
lui deve solo indicare il Messia e preparare il popolo ad incontrarlo. Per
questo, la sua azione inizia con un processo di liberazione, o meglio, di
purificazione che potrà essere completato solo da Gesù.
Giovanni battezza con acqua, ma dopo di
lui viene Uno che battezzerà con lo Spirito Santo.
L’Avvento
è tempo di attesa, attesa di incontrare Gesù nella povertà della natura umana e
nella ricchezza di quella divina. Ed
è proprio questa attesa che dobbiamo curare in questo periodo dell’anno
liturgico nello stile di Giovanni Battista: tra penitenza e preghiera. Penitenza verso tutto ciò che non è
essenziale alla nostra salvezza, sobrietà nel mangiare e nel vestire. Preghiera, per alimentare la presenza
dello Spirito in noi, creando deserto dentro di noi, al fine di comunicare
direttamente con il Signore. Così ognuno di noi potrà vedere la salvezza di Dio
fatta carne in Gesù.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE
“Eccomi,
sono la serva del Signore”
"Tota pulchra es Maria" -
Tutta bella sei, o Maria!
Prescelta per essere
Per questo Maria è la "piena di grazia" (Lc 1,28), come afferma l’Angelo quando Le reca l’annuncio della sua divina maternità. La mente umana non può pretendere di comprendere un così grande prodigio e mistero. E’ la fede a rivelarci che l’Immacolata Concezione della Vergine è pegno di salvezza per ogni umana creatura, pellegrina sulla terra. E’ ancora la fede a ricordarci che, in forza della sua singolarissima condizione, Maria è nostro sostegno incrollabile nella dura lotta contro il peccato e le sue conseguenze.
"Ti seguiamo, Vergine Immacolata, attratti dalla tua santità". Così quest'oggi ci rivolgiamo a Maria, consapevoli sì della nostra debolezza, ma certi del suo materno e costante aiuto.
(Papa Giovanni Paolo II)