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SETTEMBRE 2005
XXIV PER ANNUM
(Mt.18,21-35)
S.
Teodora
"Signore, quante volte devo perdonare?".
Il perdono ha un limite? I rabbini in Israele attestano
che bisogna perdonare tre volte. Pietro dice di perdonare sette volte. Gesù, invece, comanda di perdonare sempre! Alla vendetta,
Egli oppone il perdono.
La misura del perdono è perdonare senza misura.
La vendetta formulata dall’antico e
feroce Lamech è: “sette
volte sarà vendicato Caino ma Lamech settanta volte”
(Gn.4,24).
La cattiveria si nasconde nel cuore di ogni uomo. L’istinto porta a restituire il colpo ricevuto
con gli interessi. Gesù insegna di perdonare sempre.
Il peccato davanti a Dio è insolvibile. Nessuno gli può restituire ciò che gli è dovuto. La bontà di Dio, però, supera ogni attesa.
Il servo, nella parabola, supplica e la
sua preghiera è accolta. Il servo, dalla schiavitù, passa al condono di una
somma incalcolabile. Cosa è accaduto? Il padrone si commuove nel profondo
del cuore. Ma nel cuore del debitore non c’è
posto per la bontà.
Il padrone ha una generosità regale, il servo una mostruosa durezza. Egli non sa condonare una somma
di denaro insignificante. E’ cosa ignobile esigere un pagamento di cento
denari, quando si ottiene il condono di diecimila talenti: somma incalcolabile e
insolvibile. Il servo è così cattivo che afferra per la gola, senza alcuna
spiegazione, un compagno di lavoro; minaccia di strozzarlo ed esige il rimborso
immediato e integrale.
“Non dovevi…
aver pietà del tuo compagno come io ho avuto pietà di te?”.
Chi
invoca misericordia e pietà deve avere un cuore misericordioso. La misericordia è una legge fondamentale del Regno
di Dio:
“Beati
i misericordiosi, essi troveranno misericordia”.
Pietà e misericordia
sono le caratteristiche del Padrone e queste caratteristiche
devono essere nel cuore dei Suoi sudditi: amore e perdono. Chi ama affretta la
venuta del Regno di Dio. Chi non ama non fa crescere il Regno
di Dio e si esclude volontariamente. Chi si limita alla sola giustizia
umana non fa parte del Regno.
La comunità di Gesù è una comunità di fratelli
che si amano e si perdonano.
“Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita
eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Oggi
i bambini della nostra comunità ricevono il Sacramento della Prima Comunione.
Preghiamo per loro perché possano davvero comprenderne il significato più
profondo e possano rinnovarlo sempre nella loro vita futura.
I SEGNI EUCARISTICI
Gesù sceglie il pane (Lc 22,19) ed
il vino (Lc
22,20) come segni eucaristici perché sono elementi presenti in Pèsach,
Gesù sceglie questi due elementi e li mette in
relazione ai bisogni fondamentali dell’uomo: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi
crede in me non avrà più sete…” (Gv 6,35).
Tanto il pane
quanto il vino, richiedono da parte dell’uomo un lavoro di fabbricazione che
trasformi il grano in pane e l’uva in vino. Non solo nel pane e nel vino si
trova una finalità introdotta dall’intelligenza e dalla fatica dell’uomo, ma
sono pure elementi ricchi di tutto un simbolismo umano, familiare, sociale;
l’uomo deve guadagnarsi il pane: per sé stesso (Gen 3,19) e per la sua famiglia; egli può dividere o meno
il “suo” pane con gli altri (Tb 4,16) (Is 58,10) (Mt 25,35); a volte è
obbligato a mendicarlo (Lc 16,21)…
Il vino è
simbolo di gioia, di forza, di festa. Occupa un posto importante nella vita
sociale, sia che si tratti di “annaffiare” un evento
lieto (Gv 2,1 ss), che di
brindare insieme o bere al medesimo bicchiere (calice) per significare l’unità
di una coppia o di un gruppo (Mt 26,27; Mc 14,23; Lc 22,17).
IL “PASTO” EUCARISTICO
C’è una
sostanziale differenza tra semplice alimentazione (che corrisponde ad una esigenza umana ma anche animale in genere) ed il pasto.
Alle origini
l’Eucaristia era chiamata “frazione
del pane” perché per un cristiano l’Eucaristia non è
solo il mangiare del pane e il bere del vino divenuti corpo e sangue del
Cristo, ma il condividere un pasto simbolico, che accomuna, che riunisce (At
2,46; At 20,7; At 20,11).
L’Eucaristia è tutto questo: è il sacramento che corrisponde a
questa azione essenziale alla vita dell’uomo, azione che gli consente di
conservare e sviluppare la sua vita; è la trasfigurazione del pasto umano, cioè
del fatto di riunirsi per mangiare e bere insieme nella gioia. (dal Catechismo della Chiesa Cattolica)
Non
dimenticare!
Giovedì 11 settembre: ritiro spirituale nella
Parrocchia di S.Gregorio per i ragazzi della Cresima.
Venerdì
12 settembre, ore 21,30, Chiesa di S.Gregorio:
liturgia penitenziale.
Domenica
21 settembre, ore 11: S.CRESIME nella Chiesa di S.Maria.