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APRILE 2008
IV di PASQUA
(Gv.10,1-10)
S.Martino
I P.
"Chi non
entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte è un
ladro e un brigante”.
Il Buon Pastore è contrapposto ai falsi pastori.
Il pastore vero entra nell’ovile dalla
porta del recinto e conosce le pecore una ad una. Egli le conduce al pascolo e
le protegge.
Gesù è il Vero Pastore che ha un rapporto di amicizia con i Suoi. Egli si prende cura perché i Suoi
discepoli abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Gesù
è per il discepolo la via, la verità, la vita. Nessuno va al Padre se non per mezzo Suo. Egli è la porta e per essa entrano i
giusti.
Il cristiano deve comprendere che, senza
l’unione profonda con Gesù, non può avere vera
libertà e vita piena.
Gesù è il Vero Pastore. Egli pone il bene dell’uomo come valore
straordinario. Egli solo guida gli uomini tutti alla vita vera ed ama tutti con
un Amore infinito.
Tutti
coloro che aprono il cuore a Lui e gli danno adesione
piena, vivono con Lui e ad essi dona vita eterna.
I pastori non veri sono chiamati ladri e
banditi. Sono ladri perché si appropriano di ciò che
appartiene a tutti e si oppongono a ciò che Gesù è e
a ciò che Egli fa praticare ai Suoi: far
diventare di tutti ciò che appartiene a ciascuno. Essi sono ladri perché
tolgono al popolo ciò che è di Gesù.
Sono banditi perché usano violenza per sottomettere il popolo alle loro idee.
“Io sono la porta”.
Gesù è la porta che conduce alla realizzazione
piena dell’uomo donando il Suo Amore. “Chi
non ama fino a dare la vita non è pastore”. Gesù dona una vita traboccante perché ama. Chi si dona
comunica vita.
“La
vita viene comunicata soltanto dall’amore che è dono
di sé agli altri. Il massimo dono di sé è la piena comunicazione
dell’amore”. “Entrare attraverso Gesù significa porre
il bene dell’uomo come valore supremo e dedicarsi senza limiti a procurarlo”.
“Entrare dalla porta, che è Gesù, è lo stesso che avvicinarsi a Lui, dargli adesione,
seguirlo e diventare come Lui una sola cosa nella dedizione al bene dell’uomo”.
Gesù si pone come modello per amare l’uomo. “Egli crea
l’ambito dove l’uomo può essere libero e godere della
Vita-Amore che Egli comunica” (da J.Mateos/J.Barreto).
MISERICORDIA E’ IL NOME STESSO DI DIO
“Durante il
Giubileo del 2000, l’amato Servo di Dio Giovanni
Paolo II stabilì che in tutta
Come Suor Faustina, Giovanni Paolo II si è fatto a sua volta apostolo della Divina Misericordia. La sera
dell’indimenticabile sabato 2 aprile 2005, quando chiuse gli occhi a questo
mondo, era proprio la vigilia della seconda Domenica di Pasqua, e molti
notarono la singolare coincidenza, che univa in sé la dimensione mariana – il
primo sabato del mese – e quella della Divina Misericordia. In effetti, il suo
lungo e multiforme pontificato ha qui il suo nucleo centrale; tutta la sua
missione a servizio della verità su Dio e sull’uomo e della pace nel mondo si
riassume in quest’annuncio, come egli
stesso ebbe a dire a Cracovia-Łagiewniki nel
2002, inaugurando il grande Santuario della Divina Misericordia: "Al di fuori della misericordia di Dio non
c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri
umani". Il suo messaggio, come quello di Santa Faustina, riconduce
dunque al volto di Cristo, suprema rivelazione della misericordia di Dio. Contemplare costantemente quel Volto: questa è l’eredità che egli ci ha lasciato,
e che noi con gioia accogliamo e facciamo nostra”.
(Papa Benedetto XVI)