2 MARZO
2008
IV QUARESIMA
(Gv.9,1-41)
S.
Agnese
"Ed egli diceva: Sono io".
Gesù, con il segno compiuto sul cieco nato, non toglie il
peccato, ma completa la creazione: l’uomo-carne diventa l’Uomo-Spirito.
Gesù passa e vede un cieco fin dalla nascita. Egli vede
nella cecità l’occasione per manifestare la gloria di Dio in quest’uomo. Afferma
che non si tratta di un castigo di Dio. Dio non è indifferente al male. Gesù
vuole che l’uomo esca dalla sua miseria e lo aiuta ad uscirne. Non consulta
l’uomo, perché questi, essendo cieco di nascita, non sa che cosa sia la luce e
non può nemmeno desiderarla.
Gesù fa del fango con la Sua saliva e lo spalma sugli
occhi e lo manda a lavare.
La guarigione non avviene
automaticamente; il cieco deve accettare la luce. Il cieco è libero, se accetta
l’ordine di Gesù e si lava, troverà la luce.
Il cieco va, si lava, vede e torna. I
vicini non lo riconoscono. “Non è cambiato fisicamente. Quando una persona ritrova dignità e libertà dall’incontro con Gesù, è sempre la stessa, ma è una persona nuova; è una
persona rinata e la rinascita si vede anche fisicamente”.
“Quando una persona scopre che Dio è Amore, la
persona rinasce, la persona risorge; è la stessa di prima, ma è una persona
completamente nuova”. Il cieco ha collaborato con Gesù
ed è diventato una nuova persona.
Gesù, anche oggi, ha bisogno di collaboratori che si mettano come Lui al servizio degli uomini per comunicare
quella vita che fa riscoprire alle persone la loro dignità. “Dignità che è la
condizione divina”.
Il cieco guarito, che non è riconosciuto
dalla gente, dice:
“Io sono”.
Il cieco mendicante, ricreato da Dio, può
affermare: “io sono”, “in me c’è la pienezza della
condizione divina”. Ad un simile evento la gente dovrebbe esultare, ma non si rallegra. Eppure il fatto è
evidente!
Viene condotto dai capi del popolo e neppure essi si
rallegrano della guarigione, si preoccupano solo sulle modalità di questo
recupero della vista. Che un uomo sia passato da una
condizione di sofferenza ad una felicità, non interessa ai capi.
I capi del popolo non si preoccupano del
bene dell’uomo, ma solo del proprio prestigio e interesse.
Chi
non cerca il bene dell’uomo non comprenderà mai la
Parola di Dio. Dio è Amore di Padre
che trasmette la vita.
Anche il cristiano trasmette la vita con il servire l’uomo
con amore!
Seguire Gesù
sulla via della croce
“La
montagna – il Tabor come il Sinai – è il luogo della
vicinanza con Dio. E’ lo spazio elevato, rispetto all’esistenza quotidiana,
dove respirare l’aria pura della creazione. E’ il luogo della preghiera, dove
stare alla presenza del Signore, come Mosè e come
Elia, che appaiono accanto a Gesù
trasfigurato e parlano con Lui dell’"esodo" che lo attende a
Gerusalemme, cioè della sua Pasqua.
Per entrare nella vita eterna
bisogna ascoltare Gesù, seguirlo sulla via della
croce, portando nel cuore come Lui la speranza
della risurrezione. "Spe salvi",
salvati nella speranza. Oggi possiamo dire: "Trasfigurati nella
speranza".
(Papa Benedetto nell’Angelus del 17 Febbraio 2008)
Non dimenticare:
Oggi: giornata delle anime sante.