1 GENNAIO
2008
MARIA SS. MADRE DI DIO
(Lc.2,16-21)
"I
pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e
Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia ".
La notizia della nascita di Gesù investe il mondo celeste e terrestre: gli Angeli, il
mondo celeste e i pastori, il mondo terrestre.
“Al tempo di Gesù
i rabbini si chiedevano sconcertati come mai nel Salmo 23
il Signore fosse chiamato “il mio Pastore”. “Era infatti opinione comune che nessuna condizione al mondo è
disprezzata come quella del pastore ed era consigliato di non insegnare ai
figli il mestiere del pastore perché è un mestiere da ladro”.
“I pastori erano per lo
più servi dei proprietari del gregge, sfruttati e malpagati,
e si rifacevano con il furto al padrone o ad altri pastori. Vivevano
per gran parte dell’anno isolati, senza altra compagnia degli animali e senza
alcuna sorveglianza, i pastori avevano una cattiva fama, erano considerati dei
selvaggi, dei bruti che vivevano di ruberie, erano trattati col massimo
disprezzo; privi dei diritti civili, non potevano testimoniare ed erano
considerati peggiori delle bestie che accudivano”.
“Se infatti si
poteva tirare fuori un animale caduto in una fossa, un pastore no: “Non si
tirano fuori (da un fosso) né un pagano né i pastori”.
“Emarginati dalla società, i pastori
erano discriminati anche dalla religione. Trascorrendo il loro tempo sempre tra
gli animali, con scarsa possibilità di accedere alla
sinagoga o al tempio, i pastori vivevano in una condizione di totale impurità e
si pensava che per essi non ci fosse alcuna possibilità di salvezza.
L’impossibilità per i pastori, notoriamente ladri, di restituire quel che
avevano rubato, rendeva loro impossibile ottenere il perdono dei peccati”. “Ai pastori spettava solo il castigo che Dio
avrebbe inflitto ai peccatori attraverso il suo Messia”. “Nel Regno del
Messia non ci sarebbe stato posto per nessun uomo che conosca il male”.
“Proprio
ai pastori, che erano rifiutati dalla società e ritenuti i più lontani da
Dio, per primi viene
annunciata la nascita del Figlio dell’Altissimo”. “Ma l’irruzione di Dio
nell’esistenza dei pastori provoca in loro solo una grande
paura. Essi sanno che Dio detesta i peccatori, che li vuole
eliminare al fuoco divorante. Ma anziché il fuoco divoratore, è la gloria del Signore che inonda i
pastori della sua luce”. “Quando Dio s’incontra
con i peccatori, non li distrugge, ma li avvolge nel Suo Amore vivificante”.
“Questa buona notizia
non è solo per i pastori, ma per tutto il popolo”.
“I pastori, dopo aver visto, se ne
ritornano al loro lavoro lodando e glorificando Dio. Lodare e glorificare è
compito dei sette Angeli del servizio, gli esseri ritenuti più vicini al
Signore. I pastori avvolti dall’amore di
Dio svolgono lo stesso compito degli Angeli”. (da A.Maggi: “Non ancora
Madonna”)
Ogni uomo
che venga alla luce ripete il miracolo del Natale
”E’ Dio che decide quella nascita; è Lui che vuole quella vita. E’ proprio ciascuna di quelle nascite, ciascuna
di quelle vite, nessuna esclusa, che l’ha spinto da
sempre a incarnarsi.
Gesù è nato, cioè
ha voluto avere un inizio come tutte le Sue creature, Lui che era eterno, proprio per
condividere con noi il tempo, la storia, la carne. E come noi ha scelto di avere una fine, una
morte. Ha compiuto questo per deporre in tutte le nascite e in tutte le morti, con
Il Natale “riflette e assume, illumina e redime, benedice e
consacra tutte le nascite”, tutte le vite.
Dobbiamo amare,
allora, la vita dei viventi, da chi ora nasce fino a chi muore perché in essa
si celebra un’epifania di Dio, uno svelamento della Sua condivisione con la nostra realtà, una
rivelazione del Suo Amore”.
(Gianfranco Ravasi)
Il Parroco augura a
tutti un sereno Anno Nuovo