HOME
UN PENSIERO PER DON MARIO
ORARIO CELEBRAZIONI
LA DOMENICA A S.MARIA
CAPOLAVORI ARTISTICI
LETTERA AI FEDELI
STORIA DELLA CHIESA DI S.MARIA DI PIAZZA
RESTAURO
IL PRESEPIO ARTISTICO
PENSIERI BAMBINI
LINKS UTILI
LASCIA UN MESSAGGIO
ADMIN













Cerca con Google
Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

30 SETTEMBRE 2007

XXVI TEMPO ORDINARIO (Lc.16,19-31

S. Girolamo

 

"C’era un uomo ricco… Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe".

Il ricco non ha nome: rappresenta quelli che vivono in modo lussuoso. E’ amante dei piaceri della tavola, cerca di coprire la fame  dello spirito con grandi abbuffate. Con lo splendore delle sue vesti copre la sua intima nudità.

Lo splendore delle sue vesti serve solo a mascherare la nudità interiore: non avendo nulla dentro, egli cerca di apparire tutto fuori. Lo sfarzo della sua esistenza nasconde la miseria della sua vita. Pensa di essere ricco, di non aver bisogno di nulla, ma non sa di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo”.

“Alla porta della sua casa giace un mendicante il cui nome, Lazzaro, che significa “Dio aiuta” (A.Maggi, “Le cipolle di Marta”).

Secondo la mentalità giuridica queste due persone rappresentano: il benedetto da Dio, il ricco, perché ha ogni bene; e il maledetto, il povero, perché non ha nulla.

“Un uomo con le piaghe era castigato da Dio, una persona impura che contaminava, con la sua impurità, tutti quelli che lo avvicinavano. Unica compagnia l’impuro la trova in esseri che come lui erano ritenuti immondi, i cani, che venivano a leccare le sue ulcere, gli unici che gli mostrano un minimo di compassione” (A.Maggi).

Un  giorno il povero morì”.

         “Il mendicante fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Ora non sono più creature immonde, come i cani, ad occuparsi di lui, ma gli angeli, gli esseri considerati più vicini alla santità di Dio” (A.Maggi). Muore anche il ricco, ma c’è una sorpresa. Colui che è considerato un benedetto da Dio, giace nella dimora dei morti. Il ricco e il povero vicini sulla terra “appartenevano a due mondi completamente diversi, senza alcuna relazione”. Il ricco, “tutto preso dai suoi piaceri non si era mai accorto cbe alla porta della sua mcasa giaceva un povero. Ora si accorge del miserabile che aveva ignorato e lo vuole usare a proprio vantaggio. Anche nell’aldilà continua ad essere egoisticamente preso dai propri interessi” (A.Maggi). E’ una cosa che sorprende: Gesù mette nel regno dei morti, non un bestemmiatore, ma un ricco gaudente ed egoista.

Chi non sa condividere il pane con l’affamato, non è un vero credente. Gesù chiede a tutti di aiutare il bisognoso.

Avevo fame e mi avete dato da mangiare”.

Chi sono i ricchi di oggi? Quelli che sono chiusi nel loro egoismo e non cercano il bene dei fratelli.

I poveri chi sono? Quelli che non riescono a sopravvivere con la misera pensione e tutti gli sfruttati del terzo mondo.

 

4 OTTOBRE FESTA DI S. FRANCESCO D’ASSISI

S. Francesco d'Assisi

 

Dobbiamo essere semplici, umili e puri

Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d'Assisi

Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.

All'approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).

Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato per noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull'altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì per i nostri peccati, lasciandoci l'esempio perché seguissimo le sue orme. E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.

O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! E' detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).

Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.

Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore.

 


RITORNA