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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

10 GIUGNO 2007

 

CORPO E SANGUE DI CRISTO (Lc.9,11-17)

"Dategli voi stessi da mangiare".

     Gesù si trova nel deserto e là accorrono le folle.

Gesù annuncia il Regno di Dio. Nel deserto Egli si presenta come Pastore messianico: guarisce, aiuta, perdona, nutre e salva. Per tutto il giorno annuncia la Buona Novella.

La giornata ormai volge al termine e i dodici si preoccupano della situazione. E’ sera; bisogna rimandare la gente a casa. Gesù, ai dodici che chiedono di mandare la gente a comprare da mangiare, dà una risposta inaspettata:

"Dategli voi stessi da mangiare".

Come si può sfamare nel deserto una così grande moltitudine di gente? Dove comprare  tanto pane e come acquistarlo? I dodici non hanno che cinque pani e due pesci. Gesù li prende e vuole che tutto sia condiviso. Gesù chiede agli apostoli un impegno reale e concreto.

Tutti i credenti in Gesù devono essere solidali con ogni persona senza alcuna distinzione. Bisogna condividere ciò che uno è e ciò che uno ha: tempo, energie, denaro e la capacità di organizzare.  I deboli hanno bisogno di aiuto disinteressato.

Gesù non partecipa al pasto, ma ordine di organizzare e distribuire. Tutti siano seduti in gruppi di cinquanta. Il numero cinque, con i suoi multipli, indica la forza dello Spirito di Amore di Gesù che tiene unita la comunità.

Tutti seduti: con Gesù gli uomini sono persone libere e non schiave. Gli apostoli di tutti i tempi hanno il compito di guidare le comunità veramente libere. “La verità vi farà liberi”. Essi non devono mai pensare ai propri privilegi, ma si devono mettere al livello delle persone comuni.

Chi si preoccupa dei propri vantaggi non può guidare una comunità.

La testimonianza di una vita generosa, che agisce per il bene degli indifesi, è una lezione più efficace di ogni discorso!

“Tutti si saziarono”

Con il pane condiviso tutti mangiano a sazietà

Gesù, Dio-con-noi, non chiede nulla per Sé, ma dona tutto Se stesso con amore.

L’Eucaristia, Pane donato per la salvezza di ogni uomo, invita il credente a spezzare la propria vita in gesti di amore nella famiglia, nel lavoro, nella sofferenza morale e fisica.

Il cristiano di ogni tempo sia veramente segno della bontà di Gesù e, insieme con Lui e come Lui, porti il suo amore a tutti.

 

Solennità del Corpus Domini

Quali le origini di questa festa?

La solennità del Corpus Domini si afferma in connessione con la devozione del SS. Sacramento, nel secolo XII. Fu proprio in quel periodo che si accentua particolarmente la presenza reale dell’"INTERO CRISTO" nel pane consacrato. Successivamente ad una visione (ripetutatisi più volte) di una monaca agostiniana, Giuliana di Liegi, nell’anno 1209, venne introdotta una speciale festa in onore del sacramento eucaristico. Alla suora appare infatti il disco lunare luminoso con una zona oscura: il che le venne spiegato coma una mancanza di una festa eucaristica nel ciclo annuale delle altre feste. Il direttore spirituale della suora, il vescovo Roberto di Liegi nel 1246 celebrò per la prima volta la festa dell’Eucarestia nella sua diocesi, poi Urbano IV nel 1264 la prescrisse per tutta la Chiesa. Il Papa nella bolla Transiturus dà una motivazione della festa e sviluppa una presentazione unitaria dell’Eucarestia come sacrificio e banchetto. Nel 1263 avvenne il miracolo di Bolsena. In quell'occasione l'ostia consacrata sanguinò tra le mani di un sacerdote tedesco, che non credeva nella presenza del corpo di Cristo nell'ostia. Questo ulteriore miracolo rafforzò l’istituzione della festa e venne edificato il Duomo di Orvieto, dove è conservato il reliquiario che contiene l'ostia.

Quello di Bolsena non è stato il primo miracolo eucaristico; il primo in assoluto avvenne a Lanciano nel 750. Un monaco brasiliano, che nutriva seri dubbi sulla reale trasformazione dell’ostia e del vino dopo la consacrazione, mentre celebrava la Messa vide tramutarsi l’ostia in carne e il vino in sangue

Ma ci vorranno ancora parecchi anni perché la festa del "Corpus Domini" venga definitivamente introdotta nella Chiesa ad opera di Papa Giovanni XXII.

Pian piano si affermò l’uso di far seguire alla celebrazione una processione, portando e mostrando il Santissimo in un prezioso ostensorio.  Oggi la Chiesa considera la processione un pio esercizio e, se per un verso auspica una processione in cui tutte le parrocchie sono impegnate perché il loro convenire in un luogo comune rispecchia e significa il sacramento dell’unità, dall’altra (proprio come si esprime il Concilio Vaticano II) vede la Chiesa come il popolo di Dio in cammino e capace di superare i molteplici pericoli solo con la presenza del suo Signore.

NON DIMENTICARE:  Questa sera, dopo la Messa Vespertina delle ore 18,30, ci sarà la Processione con il Santissimo per le vie del centro storico.


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