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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

22 APRILE 2007

III DOMENICA DI PASQUA   (Gv.21,1-19)

S.Maria Gabriella

 

"Figlioli, non avete nulla da mangiare?”

     Per  l’iniziativa di Simon Pietro, sette discepoli di Gesù vanno a pescare. Ritornano alla vecchia vita di pescatori. Il tempo propizio per la pesca è la notte. Pur essendo pescatori esperti, non prendono nulla. Senza Gesù l’attività è nulla.

La notte indica la lontananza dei discepoli da Gesù. La missione senza Gesù è un fallimento. Ogni attività è fruttuosa con la Sua presenza.

Nella Sua vita terrena Gesù diceva: “Senza di me non potete far nulla”.

Chi adempie ad una missione e in modo particolare nella Chiesa, deve sapere che senza l’aiuto di Gesù, tutto è un fallimento. La Sua grazia dà la forza e il coraggio per superare le prove. La Sua Parola accolta e vissuta rende efficace la missione dei discepoli di ogni tempo.

Gesù, all’alba, sta sulla riva, mentre i discepoli sono sul mare. La luce è simbolo della vita; è giunto il momento della salvezza. Gesù dona ai Suoi discepoli il premio dei loro sforzi.

Gesù li chiama “Figlioli”. E’ una parola profondamente umana. Gesù li smuove dal loro fallimento e loro un ordine:

“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”.

I discepoli obbediscono alla parola di Gesù. La pesca è straordinaria. La rete si riempie di centocinquantatre grossi pesci e non si rompe.

La rete rappresenta la Chiesa. “La missione non rompe l’unità della comunità anche se questa ingrandirà a dismisura. A condizione però che la missione avvenga unicamente sulla Parola del Signore. Altre parole dividono.

Se un missionario annunciasse un suo personale vangelo, la rete si romperebbe!” (B.Maggioni).

Dopo la pesca Gesù invita i Suoi discepoli a mangiare e tutti lo riconoscono Signore. “Riconoscono il Risorto quando ripete il gesto più simbolico di tutta la Sua vita terrena: il servizio a mensa. Gesù distribuisce il pane e i pesci, un silenzioso memoriale della moltiplicazione dei pani e della cena.

Il Risorto si fa riconoscere  nel gesto della dedizione che è stata la verità del  Suo intero cammino.

La nota della dedizione appartiene al Gesù terreno e al Signore Risorto. E’ l’identità che lo accompagna in ogni Sua condizione di vita” (B.Maggioni).

 

 

LA LEGGE DEL SIGNORE E’ LA NOSTRA GIOIA

 

BREVI RIFLESSIONI: PREGARE IL PADRE NOSTRO

 

Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen

 

 

Il Padre Nostro è uno stile di vita:

 

Non posso dire PADRE, se non mi comporto da figlio.
Non posso dire NOSTRO, se vivo chiuso nel mio egoismo.
Non posso dire CHE SEI NEI CIELI, se mi preoccupo solo delle cose della terra.
Non posso dire SIA SANTIFICATO IL TUO NOME, se non ti onoro e non ti amo.
Non posso dire VENGA IL TUO REGNO, se penso solo ai miei interessi.
Non posso dire SIA FATTA LA TUA VOLONTA', se non l'accetto quando non combacia con la mia.
Non posso dire
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE
, se non m’importa di chi ha fame.
Non posso dire RIMETTI I NOSTRI DEBITI, se continuo a conservare rancore.
Non posso dire NON C’INDURRE IN TENTAZIONE, se ho intenzione di continuare a peccare.
Non posso dire LIBERACI DAL MALE, se non combatto ciò che non è buono.
Non posso dire AMEN, se non prendo sul serio le parole

 

Amen.

 


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