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APRILE 2007
III DOMENICA DI PASQUA
(Gv.21,1-19)
S.Maria Gabriella
"Figlioli,
non avete nulla da mangiare?”
Per l’iniziativa di Simon Pietro, sette
discepoli di Gesù vanno a pescare. Ritornano alla
vecchia vita di pescatori. Il tempo propizio per la pesca è la notte. Pur essendo pescatori esperti, non prendono nulla. Senza Gesù
l’attività è nulla.
La notte indica la lontananza dei
discepoli da Gesù. La missione senza Gesù è un fallimento. Ogni
attività è fruttuosa con la Sua presenza.
Nella Sua vita terrena Gesù diceva: “Senza di me non potete far nulla”.
Chi adempie ad una missione e in modo
particolare nella Chiesa, deve sapere che senza l’aiuto di Gesù,
tutto è un fallimento. La Sua grazia
dà la forza e il coraggio per superare le prove. La Sua Parola accolta
e vissuta rende efficace la missione dei discepoli di ogni
tempo.
Gesù, all’alba, sta sulla riva, mentre i discepoli sono
sul mare. La luce è simbolo della vita; è giunto il momento della salvezza. Gesù dona ai Suoi discepoli il premio dei loro sforzi.
Gesù li chiama “Figlioli”. E’ una parola profondamente umana. Gesù li smuove dal loro fallimento e dà
loro un ordine:
“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”.
I discepoli obbediscono alla parola di Gesù. La pesca è straordinaria. La rete si riempie di
centocinquantatre grossi pesci e non si rompe.
La rete rappresenta la Chiesa. “La
missione non rompe l’unità della comunità anche se
questa ingrandirà a dismisura. A condizione però che la
missione avvenga unicamente sulla Parola del Signore. Altre parole
dividono.
Se un missionario annunciasse un suo personale vangelo,
la rete si romperebbe!” (B.Maggioni).
Dopo la pesca Gesù
invita i Suoi discepoli a mangiare e tutti lo riconoscono Signore. “Riconoscono il Risorto
quando ripete il gesto più simbolico di tutta la Sua vita terrena: il servizio a mensa. Gesù distribuisce il pane e i pesci, un silenzioso
memoriale della moltiplicazione dei pani e della cena.
Il Risorto si fa riconoscere nel gesto della
dedizione che è stata la verità del Suo
intero cammino.
La nota della dedizione appartiene al Gesù terreno e al Signore Risorto.
E’ l’identità che lo accompagna in ogni Sua condizione di vita” (B.Maggioni).
BREVI
RIFLESSIONI: PREGARE IL PADRE NOSTRO
Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il tuo Regno,
sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro
pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, non ci indurre in tentazione, ma liberaci
dal male. Amen
Il Padre Nostro è uno stile di vita:
Non posso dire
PADRE, se non mi comporto da figlio.
Non posso dire NOSTRO, se vivo chiuso nel mio egoismo.
Non posso dire CHE SEI NEI CIELI, se mi
preoccupo solo delle cose della terra.
Non posso dire SIA SANTIFICATO IL TUO NOME, se non ti onoro e non ti
amo.
Non posso dire VENGA IL TUO REGNO, se penso solo ai miei interessi.
Non posso dire SIA FATTA
Non posso dire DACCI OGGI IL NOSTRO PANE, se non m’importa di chi ha
fame.
Non posso dire RIMETTI I NOSTRI DEBITI, se continuo a conservare rancore.
Non posso dire NON C’INDURRE IN TENTAZIONE, se ho intenzione di
continuare a peccare.
Non posso dire LIBERACI DAL MALE, se non combatto ciò che non è buono.
Non posso dire AMEN, se non prendo sul serio le parole
Amen.