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APRILE 2007
II DOMENICA DI PASQUA
(Gv.20,19-31)
S.Paterno
"Pace a
voi” Detto questo mostrò loro le mani e il costato”.
E’ il primo giorno della settimana. Il
giorno della Risurrezione di Gesù e della Sua
apparizione ai discepoli. Il Signore è vivo e sta in mezzo ai Suoi.
I discepoli sono chiusi nel cenacolo per
paura. La paura è forte! Essi temono la violenza dei giudei. E’ una paura che
viene dall’esterno: temono di essere ricattati. Il ricatto non è degno
dell’uomo.
“La paura entra nel profondo se si è
ricattati, se qualcosa ci importa più di Gesù. E questo qualcosa può essere
la vita, anche se, più spesso, si ha paura per molto di meno”. “Ma ora che il Signore è risorto, non c’è più ragione di
avere alcuna paura. Perfino la morte è
vinta: di cosa avere paura allora?”
I discepoli sono nel
cenacolo, non attendono il Signore. Egli
entra e dopo il saluto di pace, si fa riconoscere con i segni della croce.
“Il Risorto sceglie la croce per farsi
riconoscere. Le tracce del Suo martirio lo accompagnano nella nuova Sua condizione. La Risurrezione non fa dimenticare la croce:
la trasfigura. Le tracce della crocifissione sono ancora visibili, perché sono
proprio loro ad indicare l’identità del Risorto (il vivente è proprio Colui che è stato
crocifisso), la Sua vittoria sulla morte, la permanenza del Suo Amore (il fianco trafitto da cui sono scaturiti
l’acqua e il sangue)”.
“Dal fianco trafitto l’Evangelista ha
già parlato nel racconto della crocifissione, non però
delle mani trafitte, che compaiono qui per la prima volta”.
“Le mani di Gesù
sono importanti. Sono le mani a cui il
Padre ha affidato ogni cosa e sono le mani che hanno lavato i piedi dei
discepoli. Mani che tutto hanno ricevuto e che
tutto hanno ridonato. Mani che tengono strette le pecore che il Padre gli ha affidato al sicuro, come si tiene stretta una cosa
preziosa o molto amata, che non si vuole in nessun modo perdere: Io do loro la vita e non andranno mai
perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano” (Gv.10,28).
(da B.Maggioni).
“Non essere più incredulo, ma credente”.
Dopo otto giorni Gesù
si presenta anche a Tommaso mostrandogli i segni del riconoscimento: le mani e
il costato. Tommaso riconosce il Risorto e fa il più alto atto di fede: “Il mio Signore e il mio Dio”. “Sei il mio unico Signore e
il mio unico Dio”. “Tommaso non esprime soltanto la propria fede personale né soltanto
è il portavoce del gruppo dei discepoli, ma diventa anche il portavoce della
fede della Chiesa di ogni tempo”. (da B.Maggioni).
SECONDA DOMENICA DI PASQUA
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
PRIMA DELLA MIA DIVINA
GIUSTIZIA
"Segretaria
della Mia Misericordia, scrivi, parla alle anime di questa Mia grande
Misericordia, poiché è vicino il giorno terribile, il giorno
della Mia Giustizia".
L’immagine di Gesù
Misericordioso:
L’immagine occupa una
posizione - chiave in tutta la devozione alla Divina Misericordia, essa
riproduce la figura di Cristo risorto e benedicente, secondo quanto descritto
da Suor Faustina dopo la visione da lei avuta il 22 febbraio
Gli elementi più caratteristici
dell’immagine sono i due raggi. Gesù ne spiega così
il significato:
“Il raggio pallido rappresenta l’Acqua,
che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue, che è la vita
delle anime… Beato colui che vivrà alla loro ombra.”
L’immagine viene
chiamata “il recipiente”: “Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono
venire ad attingere le grazie alla sorgente della mia Misericordia”.
Il Signore promette molte grazie a chi
la venererà con fiducia: “Attraverso questa
immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter
accedere ad essa”; “l’anima che venererà questa immagine, non perirà”.