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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

18 FEBBRAIO 2007

VII TEMPO ORDINARIO    (Lc.6,27-38)

S. Simeone

 

"A voi che ascoltate io dico: Amate i vostri nemici".

     Il nemico non è solo l’avversario a causa della fede, colui che si oppone alla comunità, ma anche colui che odia personalmente.

Chi è capace di rallegrarsi nelle persecuzioni, è in grado anche di rispondere al male con il bene”. Questo è il pensiero delle Beatitudini. E’ la logica di amare ogni uomo che svolge la sua attività nel piano giuridico, economico e politico.

L’amore per il prossimo espresso nelle Beatitudini si deve manifestare nella vita semplice di ogni giorno. E’ l'amore che supera il male con il bene! Di fronte al male è necessario agire con l’intelligenza del bene. Il cristiano è chiamato a manifestare nella vita un comportamento nuovo, un modello di vita sociale che, se accolto, può costruire una realtà più giusta e umana.

Agli orecchi di chi non crede, amare il nemico è una contraddizione; per il cristiano invece è la logica per costruire una società nuova. Chi ha l’amore di Cristo nel cuore stima il fratello, lo accoglie e accetta di costruire con lui rapporti veramente sinceri. L’amore per l’avversario politico o religioso si manifesta nel fare il bene a tutti, nel benedire, ossia nell’augurare la vita gioiosa e nel pregare a favore di chi ha sbagliato.  Chi veramente ama, però, non deve aspettare di avere la ricompensa dagli uomini; la ricompensa consiste nel diventare figli dell’Altissimo.

Amare gli oppositori non solo è la meta da raggiungere, ma è l’occasione per immergersi nell’essere di Dio ed entrare nell’agire di Gesù che ha sempre risposto al male con il bene.

Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”.

I figli sono chiamati ad imitare il Padre. Il Vangelo non dice mai di obbedire, ma di imitare. Chi obbedisce è schiavo, chi imita è figlio. Siamo tutti chiamati ad essere figli di Dio, quindi ad imitarlo.

Il cristiano è chiamato a vivere nella misericordia del Padre e di essere amorevole nei confronti dei fratelli. Chi cammina nella logica della bontà di Dio va verso la vita piena e si realizza come vero uomo.

La strada della riconciliazione e del perdono può essere lunga: richiede il tempo. La solidarietà e l’affetto delle persone aiutano a ricostruire la vita spezzata dall’odio.

 

“Pregando impariamo ad ascoltare”

“Il primo comune dovere è quello della preghiera. Pregando, e pregando insieme, i cristiani diventano più consapevoli del loro stato di fratelli, anche se ancora divisi; e, pregando impariamo meglio ad ascoltare il Signore, perché solo ascoltando il Signore e seguendo la sua voce possiamo trovare la strada dell’unità.

L’ecumenismo, certamente, è un processo lento, a volte forse anche scoraggiante quando si cede alla tentazione di "sentire" e non "ascoltare", di parlare a mezza bocca, invece di proclamare con coraggio. Non è facile abbandonare una "comoda sordità", come se il Vangelo immutato non avesse la capacità di rifiorire, riaffermandosi quale provvidenziale lievito di conversione e di rinnovamento spirituale per ognuno di noi. L’ecumenismo – ho detto – è un processo lento, è una strada lenta e in salita, come ogni strada di pentimento. Un cammino però che, dopo le iniziali difficoltà e proprio in esse, presenta anche ampi spazi di gioia, soste rinfrescanti, e permette di tanto in tanto di respirare a pieni polmoni l’aria purissima della piena comunione.

L’esperienza di questi ultimi decenni, dopo il Concilio Vaticano II, dimostra che la ricerca dell’unità tra i cristiani si compie a svariati livelli e in innumerevoli circostanze: nelle parrocchie, negli ospedali, nei contatti tra la gente, nella collaborazione tra le comunità locali in ogni parte del mondo, e specialmente nelle regioni dove compiere un gesto di buona volontà nei confronti del fratello richiede un grande sforzo ed anche una purificazione della memoria

 Ci affidiamo alla costante intercessione della Madre di Dio e dei nostri Santi protettori, perché ci sostengano e ci aiutino a non recedere dai buoni propositi; perché ci incoraggino a intensificare ogni sforzo, pregando e lavorando con fiducia, certi che lo Spirito Santo farà tutto il resto”.       

 (Papa Benedetto XVI nell’Udienza di Mercoledì 24 Gennaio 2007)


  Inizio corso prematrimoniale presso la Casa di S.Maria

  In data 25/feb/2007 dalle ore 15:00 alle 16:00


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