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GENNAIO 2006
IV TEMPO ORDINARIO
(Lc.4,21-30)
S. Tommaso d’Aquino
"All’udire queste cose,
tutti nella Sinagoga furono pieni di sdegno".
Gesù, nella Sinagoga del Suo paese, si presenta come Colui che porta a compimento le profezie dell’Antico Testamento.
La Chiesa, in ogni
tempo, chiama tutti i fedeli ad annunciare la Parola di Gesù. L’uomo è chiamato ad ascoltare, ad accogliere e a
ridonare la Parola del Salvatore.
“La
mia bocca, Signore, annuncerà la Tua salvezza”. Questo è il compito del singolo credente e di tutta la Chiesa. La
Chiesa deve parlare, non solo a nome di Dio, ma deve
anche percepire che Dio parla attraverso lei a tutti gli uomini.
Gesù, nella Sinagoga di Nazaret,
con la Sua Parola, coinvolge tutti in modo totale e completo. Tutti sono
sbigottiti e meravigliati per le parole della Sua bocca. I Suoi concittadini,
però, non vogliono sentire solo parole, ma desiderano vedere i segni che dimostrino la Sua realtà di profeta mandato da Dio. Essi gli
dicono: “Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao,
fallo anche qui nella tua patria”.
Se Gesù non compie i miracoli,
è solo figlio di Giuseppe e non profeta! Può annunciare anche un “anno di grazia del Signore”, ma non è ben voluto dai Suoi paesani. La Parola di Gesù, prima è accolta, poi respinta. La Sua Parola suscita incredulità e opposizione. In Gesù si verifica quello che disse
il santo vecchio Simeone: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione
di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di
molti cuori”.
Il confronto di Gesù
con i Suoi concittadini è molto duro. Il profeta che annuncia “l’anno di grazia del Signore” è
respinto. Gesù non ritornerà più a Nazaret, ma
“se ne andò”.
Il cammino della salvezza non è interrotto, ma continua.
Oggi Iddio parla attraverso l’uomo
fedele. Il cristiano è chiamato ad annunciare l’ “anno di grazia del Signore”.
La
parola accolta con amore suscita sempre una risposta libera e gioiosa e
dischiude orizzonti nuovi.
Il cristiano, illuminato dalla parola,
costruisce con gli uomini di oggi un mondo giusto e fraterno.