26 GIUGNO 2005
XIII DOMENICA ORDINARIA (Mt 10,37-42)
S. Vigilio V.
"Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di
me".
Fondamento della
vita delle persone e dell’esistenza sociale è la famiglia: è asilo e protezione
per ogni uomo. Se si distrugge la famiglia la
società va in rovina e la persona perde la propria sicurezza.
Perché Gesù chiede al Suo
discepolo la separazione dalla sua famiglia? Il messaggio di Gesù è sconvolgente! E’ un messaggio che ha in sé una forza
vitale che supera la morte:
Davanti a questo
messaggio è necessario prendere decisioni definitive. L’uomo, creato con amore
da Dio, ha dentro di sé un anelito straordinario di vivere. "Il trovare
e il cercare la vita è profondamente radicato in ogni uomo".
Gesù solo appaga questo profondo desiderio di vita. Egli
solo dona la vera Vita. I genitori danno una vita che
viene meno. La vita che Gesù dona è incorruttibile ed
eterna. Nel Suo Amore Gesù non esclude nessuno. In
qualunque situazione si trovi la persona, Egli le
trasmette una vita che non viene mai meno.
"Chi
avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà".
Gesù, nella vita terrena, è stato sempre fedele a Dio e
solidale con gli uomini. "Gesù non ha
avuto come fine il perdere la propria vita", ma viverla pienamente e
gioiosamente per ridare all’uomo la capacità di assomigliare al Padre celeste
praticando un amore simile al Suo. "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro".
Perdere la vita
per il discepolo significa spenderla amando i fratelli così come sono, compiere
il proprio dovere con gioia, realizzare la giustizia nei confronti di ogni uomo, vedere le necessità dei fratelli e andare loro
incontro per risolverle, costruire una società dove tutti possono avere un
lavoro per vivere nella dignità dei figli di Dio.
La vita va
instancabilmente spesa per gli altri per ritrovarla con Gesù,
pienamente realizzata.