15 MAGGIO 2005
PENTECOSTE (Gv 20, 19-23)
"Venne Gesù, si fermò in mezzo a
loro e disse: Pace a voi".
La pace è il dono
del Signore risorto. E’ il sommo bene che il Risorto dona agli apostoli.
La pace è il
saluto, ma è molto di più di un saluto. La pace di Gesù
esprime il rapporto giusto e gioioso che una persona deve avere con se stessa,
con gli altri e con il creato. Esprime la condizione di totale benessere in
cui l’uomo deve vivere.
Gesù si presenta ai Suoi discepoli di Sua
iniziativa. Essi non lo attendono, né lo cercano. Gesù
viene e si fa riconoscere con i segni della croce.
Le tracce del Suo
martirio lo accompagnano.
"I
discepoli gioirono".
Dalla paura si
passa alla gioia. Tutti si rallegrano al vedere il Signore.
La pace è dono del
Risorto, anche la gioia è dono promesso da Gesù.
"Rimanete
nel mio amore… Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra
gioia sia perfetta".
Il cristiano
partecipa della stessa gioia di Cristo. E’ gioia che affonda le sue radici
nell’Amore di Cristo.
"Rimanete nel mio amore". La pace e la gioia sono i segni per
riconoscerlo.
"Come
il Padre ha mandato me, anch’io mando voi".
Gesù manda nel mondo i Suoi discepoli per portare pace e
gioia. Tutti devono riconoscere il messaggio di Amore
di Gesù. Amore che Egli ha ricevuto dal Padre.
"L’Amore del
Padre che, attraverso il Figlio, si apre nel mondo, è disponibile ad accogliere
tutta la realtà anche nei suoi aspetti più problematici.
Mondo è la creazione affidata da Dio all’uomo e legata al suo destino. Mondo è
l’umanità che Dio ama e per la quale ha donato il Figlio. Mondo è anche
quella porzione di umanità che rifiuta l’amore di Dio. L’Amore di Dio è disponibile anche per
questa porzione di mondo".