27 FEBBRAIO 2005
III DOMENICA DI QUARESIMA (Gv 4,5-41)
S.Gabriele dell'Addolorata
"Doveva passare per
Quel verbo
"doveva" indica la volontà di Dio. Gesù
deve passare per
Gesù rivela la fedeltà di Dio per il Suo popolo. Dio
è talmente fedele con il Suo popolo che, quando questo lo tradisce e lo
abbandona, Egli non lo dimentica, ma lo ricerca con immenso Amore.
Dio prende
sempre l’iniziativa per riconquistare l’uomo che ha sbagliato. L’idea che Dio, offeso dai peccati degli uomini,
aspetta che gli vadano a chiedere perdono, è un’idea pagana. Dio non fa
l’offeso, non aspetta che gli uomini gli vadano incontro a chiedere perdono, ma
Egli stesso va incontro alle Sue creature per offrire loro un Amore più
grande di quello di prima. Dio, per mezzo di Gesù,
va a recuperare la sposa infedele:
"Se conoscessi il dono di Dio".
Dio non chiede nulla per Sé, chiede una sola cosa: accogliere
il dono del Suo Amore. Dio
Padre non è un Dio che chiede, ma un Dio che dà.
Con l’amore
accolto nel cuore, il credente va verso i fratelli e, insieme
con Dio e come Lui, dona questo amore a tutti.
"Quelli
che adorano il Padre
lo devono adorare in Spirito e verità".
Lo Spirito è la
realtà di Dio: Amore. Dio è Amore: Amore fedele. L’amore è vero,
quando è fedele.
Il cristiano,
quando rende culto a Dio, deve accogliere questo amore
fedele e lo deve dirigere verso tutti. L’unico culto che il Padre cerca e accetta
è il prolungamento del Suo Amore fedele verso le Sue
creature.
"Misericordia
voglio e non sacrifici".
I sacrifici degli
animali erano rivolti a Dio nell’Antico Testamento. Dio non vuole i sacrifici.
La misericordia non è rivolta a Dio, ma agli uomini. Il cristiano deve
accogliere nella vita l’amore fedele del Padre per ridonarlo con lo stesso
amore di Cristo.