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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

28 NOVEMBRE 2004

I DOMENICA DI AVVENTO (Mt 24,37-44)

"Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’Uomo ".

Il Padre conosce quando il discepolo di Gesù raggiunge la maturazione e quando rende testimonianza alla Sua Parola. Quel giorno e quell’ora stanno ad indicare l’incontro personale del discepolo con il Padre.

Il Padre stabilisce un rapporto di figliolanza con il discepolo di Suo Figlio. Egli solo conosce la sua crescita, la sua maturazione e l’incontro in cui la vita si manifesta in forma nuova nella Sua Casa.

Il discepolo, lungo il cammino della vita, deve impostare la sua esistenza perché cresca in sintonia con l’insegnamento di Gesù.

La vita ha un valore grande: è divina; nulla deve andare perduto. La vita deve sviluppare fino al massimo, non bisogna perciò lasciarsi sfuggire le occasioni per la sua crescita.

Allora il giorno dell’incontro con il Figlio dell’Uomo sarà gioioso. E’ il giorno in cui la vita del discepolo si rivelerà in forma piena. Il rischio del discepolo, però, è quello di trovarsi impreparato ad affrontare la verifica della propria vita. Per questo Gesù dice:

"State pronti,

perché nell’ora che non immaginate il Figlio dell’Uomo verrà ".

Al tempo di Noè le persone non si accorsero di nulla; cosa molto grave e triste! Stava per accadere una cosa straordinaria e nessuno se ne accorgeva!

"Vigilate", dice Gesù, "Siate pronti!".

Egli porta l’esempio di due persone che fanno lo stesso lavoro nei campi e alla mola; una è presa e l’altra lasciata. Sono persone che fanno le stesse azioni: azioni semplici della vita quotidiana, ma con una qualità diversa: una sola è unita a Cristo nell’amore e compie un servizio per il bene degli altri.

Il cristiano è colui che fa i lavori come gli altri nei campi, nella fabbrica, nell’impiego, ma ha una consapevolezza diversa: compie un servizio per i fratelli con l’amore di Cristo nel cuore.

 


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