21 NOVEMBRE 2004
CRISTO RE (Lc 23,35-43)
"SALVA TE
STESSO ".
"Ai piedi
della croce ci sono il popolo, i capi dei giudei e i soldati. Ma l’attenzione
non è mai tolta dal Crocifisso: a Lui si guarda e di
Lui si parla!
Il popolo sta
immobile a guardare. I capi e i soldati lo schernivano ripetutamente. I capi
deridono
I soldati lo
canzonano per
Ma a questa
domanda il Dio del Crocifisso non risponde. E’ per
questo silenzio che la morte di Gesù richiede, prima
che un atto di amore per Dio, un atto di fede
dell’Amore di Dio presente sotto il velo del silenzio.
Il silenzio di Dio
è il segno che Dio ha abbandonato Gesù
o è il segno di un modo diverso di farsi presente e di parlare?
Se un Messia non salva Se stesso e i Suoi seguaci, che Messia
è?
Gesù non raccoglie la provocazione. Rinunciando a salvare
Se stesso, Egli rimane solidale con tutti gli uomini, che, nella morte, solo da
Dio possono attendere salvezza.
"Gesù, ricordati di me ".
Il secondo
malfattore confessa la propria colpa, riconosce l’innocenza di Gesù e a Lui si affida.
Accogliendo
prontamente, Gesù compie nella Sua morte ciò che ha
fatto lungo tutta la vita: accogliere i peccatori e mostrare che
Gesù non chiede a Dio, ma Egli stesso garantisce: "Oggi con me in Paradiso". Gesù assicura subito al
malfattore pentito una vita piena con Lui. Ad una domanda che rimanda al
futuro, Gesù risponde con un rinvio al presente:
· · · · "OGGI
con me in Paradiso".
(B. Maggioni)