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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

05 SETTEMBRE 2004
XXIII DOMENICA ORDINARIA (Lc 14,25-33)

S. Vittorino

"Chi non porta la propria croce non può essere mio discepolo".

Gesù, Figlio dell’Uomo, ha la pienezza dello Spirito di Amore. Egli è il Vero Uomo che insegna la strada per essere graditi a Dio. A Lui adesione piena deve dare il discepolo e deve prendere la sua croce e seguirlo.

Prendere la croce non significa umiliare la propria persona, ma accettare come Lui, di perdere la propria reputazione per il Suo messaggio. Gesù è venuto per servire; chi lo segue non può cercare il potere e il successo a danno degli altri, ma deve alleviare i disagi delle personi deboli.

La croce, supplizio dei malfattori, degli assassini e dei maledetti, Gesù la prende con Amore. Gesù, dai capi religiosi del Suo tempo, è considerato un ingannatore, un eretico, invece indica con Amore la via della vera vita.

Il Suo discepolo, non solo accetta i disagi che la vita provoca, ma deve vivere il Suo messaggio con gioia nell’ambiente ostile in cui può vivere. Il cristiano non deve essere condizionato da alcuno per manifestare gioiosamente la sua fede. Il cristiano è un uomo libero: è figlio di Dio. E’ una persona scelta per proclamare il messaggio del Regno.

Il messaggio di Gesù deve essere sempre proclamato con amore, ma non deve essere imposto. E’ un dono di Dio-Amore. Chi ama non impone, ma propone. Chi mette per amore la propria vita per orientare i fratelli verso il vero bene, realizza pienamente se stesso.

"Chi non viene dietro di me non può essere mio discepolo".

Chi segue Gesù non può fare scelte alla leggera: Gesù esige amore totale.

Chi lo segue ha la Sua stessa sorte: morte e vita, ignominia e Risurrezione.

Il discepolo condivide la missione di Gesù: apprezzamenti, incomprensioni e persecuzioni, comunione di sofferenza e di vita, ma l’ultima parola è la Risurrezione: vita piena in Dio.

 


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