HOME
UN PENSIERO PER DON MARIO
ORARIO CELEBRAZIONI
LA DOMENICA A S.MARIA
CAPOLAVORI ARTISTICI
LETTERA AI FEDELI
STORIA DELLA CHIESA DI S.MARIA DI PIAZZA
RESTAURO
IL PRESEPIO ARTISTICO
PENSIERI BAMBINI
LINKS UTILI
LASCIA UN MESSAGGIO
ADMIN













Cerca con Google
Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

28 MARZO 2004
V DOMENICA DI QUARESIMA (Gv.8,1-11)
"Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? ".

Gesù è nel tempio e insegna. Il luogo, dove si manifesta la bontà di Dio, diventa per Gesù una trappola.

Gli scribi e i farisei trascinano davanti a Lui una donna sorpresa in adulterio. La legge di Mosè dice di lapidare, la misericordia di Gesù può andare contro la legge?

"Gesù, da che parte si schiera?". E’ con la legge o con la Sua misericordia?

"Gesù risponde scrivendo nella terra, gesto simbolico che richiama la denuncia del profeta Geremia verso quanti hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore, e saranno scritti nella terra (Gr.17,13), cioè tra i morti.

Per Gesù coloro che covano sentimenti di morte sono già morti.

All’insistenza degli accusatori di prendere una posizione, Gesù dona una risposta che disinnesca i loro piani mortali.

"Chi di voi è senza peccato,

scagli per primo la pietra contro di lei".

L’evangelista nota che se ne andarono uno a uno cominciando dagli anziani".

"Questo gruppo, che si era mostrato compatto quando si trattava di condannare, si sfalda quando si vede in pericolo di essere smascherato (se ne andarono uno ad uno).

Restano solo due, la misera e la misericordia (la donna e Gesù); il comportamento di Gesù, l’unico nel quale non v’è peccato, non è di condanna.

I giudici hanno condotto da Gesù un’adultera da condannare, Lui vede una donna da aiutare.

Gesù non è venuto per giudicare, ma per salvare, non rimprovera la donna e neanche la invita a pentirsi e a chiedere perdono almeno a Dio: questo le è già stato concesso incondizionatamente e con il perdono del Padre ha ricevuto anche la forza necessaria per tornare a vivere: Va’ e d’ora innanzi non peccare più.

Dio Padre manifesta il Suo Amore e non spezza la canna incrinata, ma la rafforza con il Suo perdono vivificante" (A.Maggi).

Nessuno deve giudicare i fratelli: il giudizio deve essere lasciato a Dio.

Il cristiano è chiamato a porre il bene dell’uomo al di sopra di tutto, ad accogliere l’Amore di Cristo e, insieme con Lui e come Lui, a portarlo ai fratelli.

 


RITORNA