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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

14 MARZO 2004
III DOMENICA DI QUARESIMA (Lc.13,1-9)
"Se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo ".

Gesù prende lo spunto da due avvenimenti della storia locale per esortare tutti a cambiare vita.

Non bisogna guardare i disastri della storia per vedervi i castighi di Dio.

Gesù presenta due fatti di morte violenta: alcuni galilei, uccisi da Pilato, il cui sangue viene mescolato con quello dei loro sacrifici, e il crollo inaspettato della torre di Siloe dove diciotto persone perdono la vita. Il primo fatto è causato dall’uomo e il secondo da una disgrazia inattesa.

Gesù non accetta la mentalità diffusa del Suo tempo, dove le disgrazie sono sempre castigo per i peccati. La mentalità popolare lega la sventura terrena al peccato.

Nel passare accanto ad un cieco nato, i discepoli di Gesù gli domandano: "Rabbì, chi ha peccato? Quest’uomo o i suoi genitori perché sia nato cieco?".

Gesù risponde: "Né lui ha peccato né i suoi genitori".

Dio ama tutti, giusti e ingiusti, buoni e cattivi. La Sua tenerezza si espande su ogni creatura.

Il Signore non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva! Egli vuole il bene dell’uomo.

Gesù invita a leggere gli episodi dolorosi della vita, non come castigo di Dio, ma come richiamo del Signore alla conversione.

La vita è un dono per accogliere l’Amore di Dio nel cuore e ridonarlo ai fratelli.

Gli uccisi da Pilato o dalla torre di Siloe non erano peggiori dei presenti.

Gesù non dà una risposta al perché della sofferenza umana. Il dolore è un mistero! Gesù invita a prendere coscienza dell’importanza del tempo presente per accogliere la bontà del Signore ed essere misericordiosi con tutti.

" Padrone, lascialo ancora".

Il vignaiolo intercede presso il padrone con la speranza che l’albero porti frutto.

Gesù intercede presso Dio perché ogni uomo porti frutti di bontà.

Oggi la comunità cristiana, unita a Cristo, è chiamata a portare agli uomini il frutto dello Spirito: "GIOIA, PACE, PAZIENZA, BENEVOLENZA, BONTA’, FEDELTA’, MITEZZA, DOMINIO DI SE’ " (Gal. 5,22).

I giusti devono essere solidali con coloro che sbagliano, senza giudicarli o condannarli, e devono diventare segno di salvezza per tutti.

 


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