29 FEBBRAIO 2004
I DOMENICA DI QUARESIMA (Lc.4,1-13)
"Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per
quaranta giorni, fu tentato dal diavolo ".
Il racconto delle
tentazioni di Gesù nel deserto è molto significativo. Non indica solo un momento storico della Sua
vita, ma riguarda tutta
Gesù, proclamato nel Battesimo Figlio di Dio e ricevuta la
missione di Messia, è spinto nel deserto dallo Spirito per essere tentato da
Satana.
Gesù, con il Battesimo, si impegna
a rivelare l’Amore di Dio per gli uomini fino al dono totale di Sé. Dio
Padre vuole la slavezza di tutti gli uomini.
Gesù è chiamato a rivelare con la vita e
Per questo motivo,
lo Spirito spinge Gesù nel deserto. Egli si deve
confrontare con tutte quelle false aspettative di un
messia politico atteso nel mondo ebraico.
Il deserto non
è un luogo geografico, ma il luogo della prova: fedeltà o infedeltà a Dio, luogo dove si verificano le proprie scelte (anche il popolo ebraico fu
messo alla prova nel deserto).
Gesù, nel deserto, è provato nella fedeltà alla missione
di Messia. Egli deve rivelare l’Amore di Dio. Gesù,
nel deserto,
"ebbe
fame".
La fame di Gesù non è di pane, ma è compiere la volontà di Dio. Gesù si nutre sempre della Parola di Dio che deve donare a
tutti: "mio cibo è fare la volontà del
Padre".
"
Non di solo pane vivrà l’uomo".
Non sono le
cose materiali che danno il senso alla vita degli
uomini, ma la fedeltà alla Parola di
Dio. L’uomo non deve pensare solo ai propri bisogni, ma deve essere pane
per gli altri.
Gesù è il vero Pane che dona la vita.
"
Lui solo adorerai".
Gesù non vuole il dominio, ma la gloria e l’onore a Dio.
Gli ebrei aspettavano un messia che avesse il potere,
la ricchezza, il prestigio e il dominio. Gesù,
invece, si presenta come Colui che costruisce un Regno
dove la condivisione, l’uguaglianza e il servizio devono essere le
caratteristiche fondamentali.