15 FEBBRAIO 2004
VI DOMENICA ORDINARIA (Lc 6,17.20-26)
SS.Faustino e Giovita
"Alzati gli occhi verso i suoi discepoli Gesù diceva: Beati voi poveri,
perché vostro è il Regno di Dio ".
"La
proclamazione "Beati voi poveri" non ha
un senso generico, ma ben determinato. Gesù si
rivolge unicamente ai discepoli (voi poveri) che hanno già lasciato tutto per
seguirlo: "tirate le barche a terra,
lasciarono tutto e lo seguirono" (Lc.5,11).
Dio esercita
Proclamando
"Beati" i poveri, Gesù non intende
gratificare i miserabili di questo mondo, ma assicurarli che la loro
indigenza è finalmente terminata perché altri hanno scelto di condividere con
loro tutto quello che hanno.
Quelli che la società ha reso poveri sono proclamati "Beati" perché
ci sarà chi si prenderà cura di loro. E quelli che decidono volontariamente di
vivere poveri, vengono dichiarati Beati perché il
Padre si prende cura di essi. A chi diventa responsabile della felicità del
proprio fratello, Gesù garantisce che il Padre stesso
si farà carico della sua felicità.
La fede nel Padre
è il motivo che spinge ad entrare nella condizione di povertà" (A.Maggi).
"Ma guai a voi ricchi,
perché avete già la vostra consolazione".
Gesù mette sempre il bene dell’uomo al
di sopra di ogni legge. Egli è bontà, non maledice i ricchi e non li
minaccia. Guai è la traduzione di un termine ebraico
che significa grido di dolore, lamento per una persona morta.
Gesù piange i ricchi come si piange
un morto. I ricchi, avvinti dalla loro ricchezza, non percepiscono la bellezza
del messaggio evangelico; sono fisicamente vivi, ma
sono cadaveri spiritualmente.
Il "guai"
di Gesù è un grido di dolore per scongiurare i ricchi
a cambiare vita.