4 GENNAIO 2004
II DOMENICA DOPO NATALE(Gv.1,1-18)
S. Fausta
"Il Verbo si fece carne e venne ad
abitare in mezzo a noi".
La sapienza,
delizia del Signore, si fa carne, creatura in mezzo
alle creature. L’Invisibile si rende visibile nella storia, diventa gloria e
splendore del creato ed eleva l’uomo alla dignità di figlio di Dio. L’uomo non
è più schiavo, ma figlio. L’uomo non cammina più nelle
tenebre, ma nella luce, per giungere alla meta. "Siano rese grazie a Dio.
La vita dell’uomo ha un senso.
"A
quanti lo hanno accolto
ha dato il potere di diventare figli di Dio".
"La capacità di essere figli di Dio viene da Lui, ma l’essere figlio non
è qualche cosa dato una volta per tutte, ma si manifesterà con un’attività che
assomiglia a quella di Dio stesso e che ne farà frutto… Padre è colui che per
amore comunica la vita. Tale sarà l’attività dei figli: comunicare vita con le
opere di amore verso gli altri che continueranno
quelle di Gesù, il Figlio… Questa attività di amore
per l’uomo sarà il cammino verso il Padre, cammino di somiglianza progressiva
che si percorre nella identificazione con Gesù.
Dio non si
sostituisce all’uomo, ma lo abilita a sviluppare la sua attività e lo abilita
facendo sì che nasca di nuovo per la comunicazione del Suo Spirito donandogli
così una qualità di vita che potenzia il Suo amore e gli permette di
svilupparlo fino alla realizzazione in sé del progetto
creatore. Da questo momento, l’azione di Dio e quella dell’uomo non sono
discriminabili, in quanto agisce l’uomo completo di cui lo Spirito di Dio è una
componente.
L’attività del
cristiano non è quella di Dio nell’uomo, ma quella di Dio
con l’uomo. L’uomo non rimane annullato dall’azione di Dio,
al contrario si sviluppa per l’unione e la collaborazione con il Padre e
Gesù, suoi compagni di vita" (J. Matteos, J. Barreto).
L’uomo è
chiamato ad accogliere l’Amore di Dio nel cuore e ridonarlo con gioia ai fratelli
per realizzare il Suo Regno nella storia.