31 AGOSTO 2003
XXII DOMENICA ORDINARIA (Mc7,1-8.14-15.21-23)
S.Giuliano
"Gli scribi e i farisei lo interrogarono: perché i tuoi
discepoli non si comportano secondo le tradizioni degli antichi? ".
Nel mondo ebraico
i farisei sono quelli che osservano scrupolosamente le tradizioni dei padri.
Gli scribi, invece, sono quelli che interpretano la legge e la
tradizioni; sono riconosciuti da tutti maestri e comandano nelle
sinagoghe.
Gli scribi e i
farisei pensano che, toccando gli oggetti della vita quotidiana, l’uomo si
allontani da Dio e si contamini in modo particolare toccando gli oggetti che
usano i pagani.
Per gli scribi e i
farisei solo il lavacro elimina l’impurità che si è contratta. L’ebreo che non
si lava le mani fino al gomito, ritornando dal mercato, non apprezza
l’appartenenza al popolo santo.
I discepoli di
Gesù, mangiando il pane con mani profane, fanno capire di non credere che il
contatto con le persone o gli oggetti della vita quotidiana dei pagani sia
motivo di impurità.
Gli scribi e i
farisei di ogni tempo osservano la legge in maniera
vuota. La loro pietà non nasce dal di dentro. E’ un’abitudine rittuale. Non hanno un cuore
sincero. Non sono vicini a Dio grazie all’amore verso tutti.
Gesù insegna che
Dio è Amore. Dio dona pienezza di vita a tutti. L’amore di Dio deve essere
accolto e ridonato, senza distinzione di popoli e razze.
"Ascoltatemi
tutti e intendete bene ".
Gesù enuncia un
principio valido per tutti gli uomini e stabilisce ciò che allontana l’uomo da
Dio e ciò che lo avvicina. Nulla è profano di ciò che Dio ha creato. Dio si interessa di tutto quello che ha creato e, in modo
particolare, si interessa dell’uomo, del suo mondo, di tutto ciò che
contribuisce al suo bene, alla sua crescita e al raggiungimento del suo pieno
sviluppo.
E’ puro o impuro
ciò che esce dall’interno dell’uomo. Le cose non sono pure o impure, gradite a
Dio o no. Sono le persone con la loro disposizione interna che rende puro o
impuro ciò che fa l’uomo.
L’uomo non viene contaminato da nulla a lui esterno, ma viene
contaminato dall’interno del suo cuore.
Il creato, ciò
che esiste, non è profano né sporco, ma l’uomo, all’interno di sé, può creare
il profano, lo sporco e la macchia.
(da J.Mateos/F.Camacho)