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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

17 MARZO 2002
V DOMENICA DI QUARESIMA (Gv 11,1-45)
S. Patrizio

"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA. CHI CREDE IN ME ANCHE SE MUORE VIVRA'; CHIUNQUE VIVE E CREDE IN ME NON MORRA' IN ETERNO".

"Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto". Così dice Marta a Gesù. Gesù le risponde dicendo che chiunque dà adesione a Lui possiede la vita vera. Gesù è il Messia inviato da Dio che dona una vita indistruttibile che supera la morte.

Chi vive secondo il Suo Amore non fa l'esperienza della morte. Ha dentro di sé una vita che supera la morte.

Questo lo afferma anche S. Paolo nella Lettera agli Efesini (2,6): "Con Lui ci ha anche risuscitati". Non dice: ci risusciterà, ma già siamo risuscitati perché la Risurrezione è la capacità di vivere dopo la morte e noi l'abbiamo già. Abbiamo una vita che, essendo simile a quella di Dio, divina, è capace di superare la morte. "Ci ha fatto sedere nei cieli in Cristo". I "cieli" significano la sfera divina. Noi siamo già con Dio e con Gesù nella vita definitiva.

Nella Lettera ai Colossesi (3,1) S. Paolo dice: "Con Lui, infatti, siete stati sepolti nel Battesimo (Battesimo significa cambio di vita con l'accettazione di Gesù e del Suo messaggio) e in Lui siete stati insieme risuscitati". Non dice: risusciterete, ma siamo già risorti.

La Risurrezione non viene mai presentata al futuro, ma è una realtà presente. La comunità dei credenti è una comunità di risorti.

Questo dono della vita di Dio diventa operativo ed efficace nell'uomo, quando l'uomo lo traduce in gesti concreti che manifestino il perdono, la misericordia e la condivisione. "Se viviamo dello Spirito (cioè di questa vita indistruttibile) camminiamo nello Spirito" (A.Maggi).

"Scioglietelo e lasciatelo andare".

Lazzaro, legato mani e piedi e con il volto coperto da un sudario, è simbolo della comunità legata dalla paura della morte. La comunità dei credenti deve essere liberata da questa paura, deve scoprire una vita capace di superare la morte. Deve prendere coscienza di questa nuova realtà portata da Gesù.

Gesù non restituisce Lazzaro ai suoi cari, non va incontro a lui per far festa con i suoi familiari, ma lo lascia libero di andare. Deve continuare la sua vita nella sfera dell'amore di Dio in un crescendo di gioia, di amore e di pace nella presenza del Padre. (da A. Maggi)

 


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