17 NOVEMBRE 2002
XXXIII
DOMENICA ORDINARIA (Mt25,14-30)
S.Elisabetta
"AD UNO DIEDE CINQUE TALENTI, AD UN ALTRO DUE, AD UN ALTRO UNO, A
CIASCUNO SECONDO
Un padrone, prima
di partire per un lungo viaggio, affida i suoi talenti a dei servi. Dona a
ciascuno secondo le proprie capacità.
Il talento
simboleggia il messaggio di Gesù. E'
un messaggio unico e di valore straordinario: "Amatevi l'un
l'altro come io ho amato voi".
Gesù mette al
centro l'uomo. E' un messaggio che si
deve trasmettere a tutti con amore. E' un messaggio che trasforma e sostiene la
vita. E' la vera sapienza; è la luce e la guida di ogni
cristiano.
Il padrone,
consegnati i talenti, parte e lascia ai suoi servi la responsabilità di
trafficarli.
Il messaggio
evangelico è una proposta di vita che deve essere presentata a tutti. E' un messaggio che deve essere proposto con
coraggio, ma non bisogna mai imporlo: "Se vuoi essere perfetto... vieni e seguimi". Il cristiano è chiamato ad essere simile a
Cristo: "Imparate
da me che sono mite ed umile di cuore".
Il cristiano deve imitare il Padre Celeste: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro Celeste", "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre
vostro".
Due servi
rispondono alle attese e alla fiducia del padrone: sono abili e fedeli,
guadagnano una somma incredibile e al ritorno del padrone entrano a far parte
della sua gioia. Chi accoglie il messaggio di amore di
Cristo e lo vive e lo trasmette, entra nella pienezza della vita. Chi riceve il
talento e non lo fa fruttificare è simile all'uomo che
costruisce la casa sulla sabbia. La rovina è grande e non entra nella festa del
suo Signore.
Il terzo servo
restituisce il talento come lo ha ricevuto:
"Ecco
qui il tuo".
Al terzo servo gli è mancato il coraggio di
impegnarsi. Non rischia.
Il
messaggio evangelico è gioia che non si tiene per sé
ma
bisogna manifestarla.
"Chi segue
Gesù senza riserva e chi ascolta e mette in pratica