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Alcune riflessioni sul Vangelo della Domenica

03 NOVEMBRE 2002
XXXI DOMENICA ORDINARIA (Mt23,1-12)
"DICONO E NON FANNO"

Gesù si trova nel tempio di Gerusalemme, luogo sacro, cuore del culto religioso degli ebrei, dove gli scribi e i farisei attingono la loro autorità per insegnare. Gesù, in questo luogo sacro, parla alla folla e ai discepoli e pronuncia contro gli scribi e i farisei le parole più dure di tutto il Vangelo.

Gesù non si lascia intimidire dai suoi interlocutori ridotti al silenzio e non si fa condizionare dall'aria sacra del tempio. Anche se i suoi nemici covano odio mortale contro di Lui, Egli li affronta con coraggio. Essi, che hanno l'autorità di insegnare e sono considerati i pilastri religiosi della comunità giudaica e modelli di santità, sono squalificati da Gesù davanti alla folla e ai suoi discepoli.

Gesù scardina la loro dottrina che tiene schiavo il popolo. "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere".

Come si può dare ascolto a dei maestri che sono ipocriti? Come si può seguire un maestro incoerente? Come ci si può fidare di una persona falsa?

L'Evangelista, mentre riporta il discorso di Gesù contro i farisei, tiene presente la comunità cristiana di ogni tempo; in essa si possono infiltrare persone ambiziose, amanti del prestigio e del potere. Queste persone possono portare al fallimento il messaggio di Gesù proposto nelle Beatitudini.

I cristiani non devono ricadere negli errori degli scribi e farisei e non devono avere il loro stile di vita. I cristiani non si devono mai presentare come modelli di santità e devozione.

"Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli".

Gesù è il Maestro; il cristiano non è discepolo, ma fratello.

Il distintivo del cristiano è la fraternità. Nella comunità non devono mai prevalere la rivalità, l'invidia, la gelosia e il desiderio di dominare sull'altro, ma il desiderio di servire il fratello come ha fatto Gesù.

"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita per tutti".

Nella comunità cristiana il più grande si metta al servizio dei fratelli.

 


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