29 SETTEMBRE 2002
XXVI
DOMENICA ORDINARIA (Mt21,28-32)
S. Arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele
"ED EGLI RISPOSE: NON NE HO
VOGLIA, MA POI, PENTITOSI, CI ANDO' "
Gesù si trova a
Gerusalemme e i sommi sacerdoti gli contestano l'insegnamento. E' un
insegnamento veramente nuovo; mette l'uomo al primo posto: "Amatevi!".
Essi vogliono sapere chi gli ha dato l'autorità ad insegnare e a fare tutte
quelle cose.
Avere autorità
significa essere mandato da Dio ad insegnare. Gesù con abilità aggira
l'ostacolo e non dà la risposta. Gesù paragona i sommi sacerdoti alla pianta di
fico rigogliosa di foglie ma senza frutto. Lo splendore del fico maschera la loro totale sterilità ad agire secondo la volontà di Dio.
E' una pianta che Gesù secca fin dalle radici. I sommi sacerdoti depositari
della Parola di Dio mettono tanto zelo per la religione e tanta
devozione, ma non portano mai frutto, perché non fanno ciò che è bene per gli
uomini; hanno dentro il vuoto religioso. Sono ipocriti, perché non realizzano
la parola che proclamano e non la mettono nel cuore degli ascoltatori.
Le nostre liturgie
sono vuote se non mettono gioia e forza nel cuore del fedele, per portare il
frutto di una vita onesta. Esse devono spingere a servire con amore il fratello
e a mettere al primo posto il bene dell'altro.
Dio va glorificato
attraverso la sua immagine che vediamo tutti i giorni: l'uomo.
Il Signore
paragona i sommi sacerdoti al primo figlio chiamato a lavorare nella vigna. La
vigna rappresenta il popolo di Israele. Il figlio al
comando del padre risponde con ossequio: "Si, Signore", ma non
va. Non realizza cioè la volontà del padre.
Il secondo
risponde sgarbatamente, ma poi, preso dal rimorso, va. Il secondo figlio
rappresenta tutte le gategorie di peccatori che accolgono il messaggio di amore di Gesù. A queste categorie di persona Gesù fa
un'affermazione a dir poco sconvolgente e sconcertante:
"In
verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi prendono
il posto nel regno di Dio".
I pubblicani,
considerati peccatori per eccellenza, che ritardano la venuta del regno di Dio
come dicono gli scribi, sono già entrati, dice Gesù,
perché hanno accolto il messaggio: cercare il bene dell'altro.
Il
cristiano non si deve mai considerare un giusto ed un santo che ha diritto di
entrare nel Regno di Dio, e non è mai autorizzato a giudicare le diverse
categorie di persone per la loro condotta.