22 SETTEMBRE 2002
XXV
DOMENICA ORDINARIA (Mt20,1-6)
S. Maurizio
"CHIAMA GLI OPERAI E DA' LORO
Dopo una giornata
di lavoro gli operai vengono pagati. Il padrone vuole
che si incominci dagli ultimi, segue una logica tutta
sua. Tratta i primi come gli ultimi. Perché questo padrone non osserva le
regole della giustizia umana, dare cioè a ciascuno il
suo?
L'agire del
padrone sembra inaccettabile, tuttavia non commette ingiustizia perché dona un
denaro come era stato pattuito.
L'Evangelista fa
riflettere perché, dal momento in cui chiama il fattore per dare la paga, il
padrone viene chiamato Signore.
Il Signore,
quando fa pagare i lavoratori, manifesta la sua grande
bontà. E' una bontà che dona gioia,
ma rende anche invidioso chi non la comprende. Il Signore
continuamente chiama a lavorare nella Sua Vigna nelle diverse ore della
vita. E' un Signore che ama e continuamente bussa alla porta del cuore di ogni uomo per donare vita piena. Il Signore non rifiuta
mai il Suo Amore. Dona
I primi operai
ricevono un denaro come gli ultimi e devono esser presenti nel vedere la
generosità del Signore che tratta gli ultimi come i primi. I primi operai non
riescono a percepire la straordinaria bontà del Signore e mormorano. Al più
fanatico il Signore dice:
"Amico,
non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure
tu sei invidioso perché io sono buono?".
La magnanimità del
Signore scatena l'invidia!
L'Amore Dio non lo
dona per i meriti, ma per la grandezza della Sua misericordia.
La legge del
merito viene sostituita dalla legge dell'amore
gratuito.
Seguire il Signore
non significa mortificarsi per tutta la vita per ottenere la perfezione, ma
significa accogliere gratuitamente e incondizionatamente il Suo Amore e poi
portarlo ai fratelli insieme con Gesù e come Lui.
Chi
pensa che il Signore sia ingiusto nel salvare quelli dell'ultima ora dimostra che il messaggio di Gesù non lo ha ancora capito!