04 AGOSTO 2002
XVIII
DOMENICA ORDINARIA (Mt14,13-21)
S. Giovanni M. Vianney
"VIDE
UNA GRANDE FOLLA E SENTI' COMPASSIONE PER LORO E GUARI' I LORO MALATI".
Gesù è il Pastore
vero; è la bontà e la misericordia di Dio.
Nel deserto sfama
una folla numerosa. Egli è il nuovo Mosè. E' il profeta atteso. E' pieno di
Spirito e realizza in maniera inaudita i prodigi dei profeti Elia ed Eliseo.
L'Atteso è
arrivato.
Venuta la sera i discepoli dicono a Gesù che bisogna mandar via la
gente perché comperi il pane nei villaggi vicini. Essi
pensano che chi ha i soldi compra, mangia e vive! Chi non ha i
soldi non compra, non mangia, non vive. Questa è la mentalità di chi non
ha il cuore di Cristo. Gesù, invece, insegna a condividere
ciò chi si ha e ciò che si è. Quando si
condivide, tutti mangiano a sazietà. Quando non si
condivide, molti soffrono la fame.
Venuta la sera è il verbo che l'Evangelista adopera nell'Ultima
Cena. E' il verbo che ricorda l'amore grande di Gesù che si dona come Pane vivo
per ogni uomo.
Gesù non manda la
gente a comprare il cibo, ma dice ai discepoli:
"Date
loro voi stessi da mangiare".
I discepoli devono
prolungare l'amore di Cristo nella storia, devono essere pane carico di amore per ogni persona. Devono condividere ciò che hanno
e ciò che sono per sfamare tutti. Hanno cinque pani e
due pesci. Danno tutto. Nella Bibbia i numeri non hanno valore aritmetico, ma simbolico. Cinque più due è uguale a sette.
Il sette è simbolo della totalità, del tutto. Il cinque indica l'attività dello
Spirito: amore di Dio.
I
discepoli, guidati dalla forza dell'amore di Dio, danno tutto quello che hanno
e lo mettono a disposizione della folla. Tutto è messo in comunione e tutti mangiano a sazietà.
Quando nella comunità si mette con amore a disposizione
quello che uno è e quello che uno ha, tutti vivono nell'abbondanza.