F. C. P. n° 21 del 8 dicembre 2000

Copertina del numero 22

Monache in giubileo

21 novembre 2000

Festa della presentazione di Maria Vergine al tempio

e giornata “pro orantibus”

 

Scrivi che abbiamo voluto insieme raccontare il nostro giubileo. Mi raccomando! Lo abbiamo celebrato insieme e insieme vogliamo raccontarlo". È il desiderio di una monaca benedettina che Fcp ha raccolto. È infatti un evento da far passare alla storia. Le claustrali, chiuse nei loro 14 monasteri della nostra Diocesi, per un giorno sono uscite e hanno celebrato insieme il loro Giubileo. Insieme, domenicane e benedettine, clarisse e cappuccine raccontano come hanno vissuto questa giornata memorabile. Monache, sole, separate, ma insieme a rendere un unico servizio a Dio e alla Chiesa.
Le claustrali, così chiamate perché in clausura, sono sorelle. Hanno portato alla massima espressione ciò che ogni uomo e donna è: un dono di Dio offerto a Dio.
Come i loro fondatori, le monache si sottopongono a regole di vita rigorose. Conoscono e amano il silenzio delle notti in preghiera. Praticano il digiuno e la rinuncia. Svolgono una funzione di primo piano nella chiesa e nel mondo: non solo richiamare i valori del silenzio e della meditazione, ma anche fornire un modello di vita ove povertà e asprezza si mescolano alla gioia di una vita comune, di una ritrovata koinonia che vede tutti fratelli e sorelle. Per questo i loro grandi maestri non sono tanto i Padri del deserto, capaci di sforzi disumani come Simeone lo Stilita, che viveva su una colonna ad oltre 10 metri dal suolo evitando ogni contatto con i suoi contemporanei; nemmeno da un certo punto di vista Antonio il Grande, il primo, vero fondatore del monachesimo, ritiratosi in completa solitudine nell’Alto Egitto alla metà del III secolo. I loro grandi maestri sono soprattutto Basilio, Pacomio e Benedetto promotori del cenobitismo in Oriente e Occidente. Ed è la vita comune della prima comunità cristiana descritta minuziosamente negli Atti degli Apostoli ad ispirare la loro vita.
La principale dignità del monaco o della monaca sta nell’aver abbandonato la ricerca della gloria umana e le sue rivalità per contentarsi dell’ultimo posto.
L’orizzonte del monaco è l’orizzonte del deserto. La Chiesa monastica è la Chiesa del deserto. È la Chiesa che, col suo silenzio, dà vita e custodisce il seme del Vangelo gettato dagli Apostoli nel cuore dei fedeli. La Chiesa monastica è quella che fugge verso il luogo che Dio le ha preparato sulle montagne, che si immerge nel mistero del silenzio divino e prega finché i figli di Dio non escano dall’Egitto.
La sua fuga non è un’evasione. Se il monaco potesse capire ciò che si compie dentro di lui, direbbe fino a qual punto egli senta che questa battaglia viene combattuta proprio nel suo cuore! Da solo e insieme.