Maria ed Eucaristia

Intervista a padre Vittorio Blasi per 27 anni in Burundi

Maria ed eucaristia. Sono questi i due binari su cui ha fondato la Missione in Burundi
padre Vittorio Blasi. "Se vogliamo che la missione trasformi le persone, occorre portarle ad amare la Madonna e l'Eucaristia", ha detto padre Vittorio in Italia fino a luglio.
La malaria lo ha allontanato per un po' di tempo dal suo amato Burundi per terminare alcune cure specialistiche.

Come trascorre la vita in missione?

Ci si alza al mattino alle ore 5,30 quindi celebrazione della Messa alle ore 6,30.
Durante la giornata si fa visita agli ammalati (abbiamo un piccolo ospedale), ai bambini, soprattutto gli orfani, (abbiamo anche un piccolo orfanotrofio).

Lei è stato per 27 anni in Burundi. Ci parli di questo stat o.

È grande come la Lombardia. Ha una superficie di 27 mila chilometri quadrati. La sua capitale è Bujumbura. È abitato da circa 7 milioni di persone. È un paese montagnoso che si trova nella zona dei grandi laghi. È un altopiano che va dai 1000 ai 2300 metri di altitudine. Piove molto per cui il paesaggio è molto ricco di vegetazione.
Il Burundi è abitato dai Barundi che parlano la lingua Kirundi. La maggior parte della popolazione è cristiana. Il 66% è battezzata. I missionari sono arrivati in Burundi nel 1898.
I Barundi vivono del lavoro dei campi coltivati ancora con arnesi primitivi. Il 90% sono agricoltori. C'è qualche piccolo commerciante e qualche meccanico.
Coltivano fagioli, manioca, patate dolci, cavoli, miglio e molto granturco.

Qual era la sua attività in Burundi?

Sono stato in tre parrocchie. Ma prima di tornare in Italia ero in una parrocchia di Itongo abitata da 50 mila persone con solo 2 sacerdoti. La pastorale in Burundi è caratterizzata dalla partecipazione dei catechisti e dei battezzati alla vita pastorale. Il lavoro del sacerdote è così facilitato.

Nella sua parrocchia ci sono Tutsi o Hutu?

Io dico sempre che ci sono Barundi. Non faccio distinzioni etniche. Anche se la maggioranza sono Hutu ma alcune zone sono abitate soltanto da Tutsi.

Com'è nato questo odio etnico tra Tutsi e Hutu?

Non è facile far chiarezza su questa situazione. I Barundi vivono da secoli insieme, da circa 2000 anni. Come si è arrivati al massacro non so dirlo. È un fatto che supera ogni spiegazione. Sono tutti cristiani, sia Tutsi sia Hutu. Purtroppo invece l'odio è molto forte e radicato.

Ha avuto anche lei qualche minaccia?

Anch’io ero nella lista dei tre che dovevano essere eliminati. Due sono stati uccisi. Sono rimasto l’unico a sopravvivere. I catechisti mi hanno detto di fare attenzione, di non andare da solo in una determinata zona abitata da bande armate. Un giorno infine sono venute 4 persone a dirmi: "Padre, se hanno ucciso gli altri due uccideranno anche te". Io ho risposto: "La Madonna mi proteggerà. Voi non preoccupatevi". Considero quelle 4 persone come angeli custodi.

A luglio tornerà in Burundi?

Sì, tornerò laggiù a fare il missionario. C'è un po' di preoccupazione, ma la nostra vita è a disposizione del Signore che ci proteggerà anche fisicamente. Siamo a sua disposizione. Se dovesse chiamarci siamo pronti. Prenderò le normali precauzioni e continuerò a vivere normalmente senza troppe difficoltà.

Qual è stata la sua principale preoccupazione nella sua attività?

Ho lavorato per creare le comunità di Base. Sono un insieme di 50/60 famiglie che si organizzano per crescere nella fede. Ogni comunità elegge alcuni responsabili: due uomini, due donne, due giovani e due ragazze. Sono poi i responsabili ad animare le comunità riunendo le famiglie per ascoltare la Parola di Dio, per la preghiera e per discutere i problemi della zona.

Ci sono persone atee in Burundi?

I Barundi sono persone molto religiose. Tale religiosità però è stata bloccata dal regime che ha impedito ogni forma di catechesi per 11 anni, dal 1976 al 1987. Ciò ha portato la popolazione ad un regresso e all'odio. La violenza e la guerra sono frutto dell'abbandono di Dio. Quando è cominciata la carneficina tra etnie molti dicevano: "Dio è morto", "Dio non vede", "Dio è vecchio", "Dio è sordo"... Se Dio non c'è ognuno può fare quello che vuole. In una società in cui non si parla di Dio si giunge presto alla guerra e all’odio. La guerra del Burundi infatti è una guerra dei senza Dio, di chi ha abbandonato Dio, di chi non fa più riferimento alla sua parola.

Come ha cercato di inculturare la fede nella sua missione?

Ho cercato di introdurre nella liturgia il canto dei Barundi e le danze delle bambine e dei ragazzi. Ciò per dare il segno della festa. Ho fatto anche capire l'importanza del dono. Infatti ogni Barundi che viene in chiesa per la messa, nella sua povertà, offre qualcosa. L'offerta è messa in alcuni cesti ornati con foglie di banana. La foglia di banana è un segno di rispetto nei confronti di chi si vuole onorare. Quando infatti un amico va a trovare un altro amico porta il dono in cesti ornati con foglie di banana. E' come dicesse: "Ho un grande rispetto per te". Così quando si va in chiesa, l'offerta è fatta con il cuore per un grande amico.
Così alcune suore giovani hanno adattato alcune danze ai gesti liturgici. La danza che si fa in chiesa infatti non è uguale a quella che si fa nei bar o nella festa dei matrimoni. E' una danza che invita alla preghiera.

Quanto la magia è forte in Africa?

Molto. La vita per un africano è partecipare ai riti magici. O si ha fede in Gesù Cristo o si segue le superstizioni. Infatti quando un mio parrocchiano partecipava a riti magici si sentiva in colpa perché aveva partecipato a qualcosa che era pagano. Nei riti magici africani si invoca perfino satana.

La cultura africana di solito è poligamica. Come è vissuto il matrimonio in Burundi?

Il Burundi è un'eccezione. Infatti anche prima dell'avvento del cristianesimo la società era monogamica. Alcune famiglie vivono il sacramento del matrimonio nella fedeltà. C'è anche un cammino di preparazione per chi vuole formare una famiglia cristiana dove intervengono sia i sacerdoti sia alcune coppie che vivono con fede la vita familiare.

Quale preparazione si offre per il battesimo?

Di solito è il bambino che va a scuola a chiedere il battesimo. Durante l'orario scolastico si impartiscono alcune lezioni di religione cattolica. Poi ci sono alcuni momenti di catechesi al di fuori dell'orario scolastico. In sesta elementare ricevono il battesimo.
Gli adulti che non hanno ricevuto il battesimo in sesta elementare devono frequentare il catecumenato che si articola in un cammino che dura 4 anni. Due volte alla settimana ricevono istruzioni da un catechista e alla fine di ogni anno devono sostenere un esame per verificare a che punto è la preparazione e se vivono da cristiani. Hanno ben chiara la distinzione che non si può mescolare la vita di peccato con il cristianesimo.

Lei ha detto che ha cercato di educare i Barundi a due valori essenziali: Maria ed Eucaristia. Quanta devozione hanno nei confronti della Madonna?

Molta. In tutte le case c'è un'immagine della Madonna. Ho costruito un santuario alla "Rosa Mistica". E' frequentatissimo. Molta gente vi arriva a piedi da molto lontano anche 50 chilometri. Nel santuario facevamo quattro cose: confessione, adorazione, rosario e messa.
Tuttora ci sono 3/4 sacerdoti che continuano a proporre queste 4 cose.

Cosa chiede alle persone che abitano la diocesi di Fermo?

Di essere informate sulle missioni. Di leggere il "libro dei missionari" che è un libro che si aggiorna ogni volta che un missionario ritorna in Diocesi. Di informarsi attraverso riviste missionarie. Di darsi da fare per conoscere i fratelli lontani. Leggere una rivista è informarsi per formarsi e prepararsi all'azione.

                        ndg

 

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