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Il lavoro per i disabili

Anche in situazioni di crisi e tempi difficili come quelli attuali, nel quale il lavoro è una vera emergenza del paese, è necessario che rimanga presente e vivo nella nostra coscienza collettiva l'idea del diritto al lavoro per qualunque persona.
Mai come oggi il lavoro è un mezzo fondamentale per garantirsi sussistenza e dignità sociale per le persone con handicap, lo diventa di più. Dunque tutti hanno diritto a un'occupazione.
Quindi, se il tuo inserimento comporta alcune difficoltà per la presenza di disabilità non ti devi preoccupare, poiché vi sono alcune agevolazioni, normative che ti possono aiutare; a tal caso non si può disconoscere i meriti della legge 482/68, che istituendo il collocamento obbligatorio, ha aperto le porte dell'inserimento nella vita produttiva ai disabili, disponendo una valorizzazione sulle potenzialità del soggetto.
Lo stesso obiettivo è perseguito dalla legge n°68 del 12 marzo 1999, che rappresenta una vera e propria rivoluzione copernicana attraverso il meccanismo dell'inserimento mirato.
Va detto però chiaramente che l'approvazione della legge di per sé non è sufficiente a cambiare lo stato della situazione: sono necessari per questo consistenti investimenti sia per quanto riguarda le risorse umane, sia per quelle tecnologiche; garantendo un'occasione di integrazione totale per tutte le persone.
Ti sarà utile conoscerla più a fondo, questa ha per titolo "norme per il diritto al lavoro dei disabili".
Con questa legge si rovescia l'impostazione dal "COLLOCAMENTO OBBLIGATORIO" si passa al concetto di "INSERIMENTO MIRATO" che rappresenta l'aspetto innovativo della legge. In altri termini, la filosofia di fondo è quella di inserire la persona disabile in rapporto alla sua concreta possibilità - capacità lavorativa, in relazione al contesto aziendale ed alle mansioni da svolgere.
Questa legge però rafforza anche le misure di incentivazione per le imprese, nonché concreti strumenti di supporto (servizi sociali fondo regionale scuola di formazione professionale).
Con la nuova legge non tutti i problemi hanno trovato una soluzione soddisfacente.
C'è ancora spazio per cercare di razionalizzare meglio le modalità di ammissibilità; è comunque una legge che ci proietta verso il futuro in quanto coglie opportunità di una nuova filosofia ed una nuova cultura.
Fermo restando il diritto al lavoro per i disabili, occorre costruire una nuova cultura per l'incontro tra la persona e le strutture produttive (alcune specifiche del territorio in cui la persona vive ed è inserita) coerentemente con gli specifici obiettivi che ti sei preposto.
In questa logica si potrebbe scoprire che il tuo inserimento in una struttura produttiva è un importante percorso dove occorre definire al meglio il tuo ruolo e gli obiettivi, affinché il tutto sia congeniale con il sistema produttivo e con le tue possibilità. Perché ciò possa avvenire è necessario conoscere le caratteristiche nell'ambiente sociale ed economico in cui chiedi di entrare.
Questo fa sì che l'inserimento lavorativo non può essere frutto di atti di forza.
L'aver messo l'accento sull'importanza dell'itinerario verso l'inserimento non deve farci illudere che una volta realizzato tutto sia compiuto.
Per far sì che questa legge funzioni, dipende dalla capacità di organizzare il territorio perciò:
· Organizzare una rete di servizi a supporto degli inserimenti mirati
· Mettere in rete tutte le esperienze e risorse (istituzionali e non, di volontariato, di cooperazioni sociale - associative) che operano negli ambiti educativi - formativi
· Riconoscere l'inserimento lavorativo come fase di percorso di crescita personale
· Valorizzare la persona nella sua dinamicità e nelle sue potenzialità, sia pure in un quadro di difficoltà soggettive, che ci si deve proporre di superare.
· Abbandonare la logica vincolistica e coercitiva per abbracciare quella del coinvolgimento e confronto aperto su ogni nuova ipotesi di inserimento.
In effetti le prospettive che si sono aperte con questa legge trovano tutte una ragione in processi più generali che la nostra società sta vivendo: Di riorganizzazione il decentramento delle funzioni dello Stato, nel riconoscimento sempre più ampio nel principio della sussidiarietà. Perciò questo nuovo inserimento lavorativo assume una valenza importante per un progetto di crescita e di vita.

 

 

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