CAPITOLO VI

Come il buon San Leonardo fondò e diresse

la Colonia di Noblat, in favore dei prigionieri

e morì circondato dai suoi cari coloni.

La miracolosa guarigione della regina diffuse enormemente la fama di santità di Leonardo ben oltre i confini della regione di Noblat e del Limosino. Per questo, sia dall'Aquitania che da altre province lontane giungevano malati per essere guariti.

Specialmente i prigionieri lo pregavano e sollecitavano il suo intervento presso i loro carcerieri e la sua intercessione presso Dio, per essere liberati. Dopo essere stati liberati, molti di loro venivano a Noblat per esprimergli tutta la loro gratitudine e deponevano ai suoi piedi le loro catene. Sentendosi emarginati dalla società, reietti da tutti, senza lavoro e senza speranza di reinserimento sociale, supplicavano San Leonardo perché li tenesse con sé.

Allora Leonardo, mosso a compassione per questi poveri relitti umani, ideò e realizzò una istituzione di grande valore sociale per l'epoca: la riabilitazione di quei poveretti mediante il lavoro e l'assegnazione di un piccola proprietà.

Della foresta che il re gli aveva donato diede a ciascuno di quegli infelici una parte, perché la dissodassero e la coltivassero; avrebbero così potuto trarne il loro sostentamento, attaccarsi alla loro terra, fondare un nucleo familiare e sottrarsi così ad una vita disordinata di soprusi e sopraffazioni.

Dice il canonico Arbellot che quello fu il più antico esempio di colonia penitenziaria, opera caritatevole e meritoria che dobbiamo proprio a San Leonardo (1).

Alcuni parenti di Leonardo, non appena sentirono parlare del luogo del suo ritiro e delle cose meravigliose che vi compiva, vennero a Noblat con mogli, figli e servitori per restare con lui. Erano diverse famiglie, a ciascuna delle quali assegnò una parte di foresta , come aveva fatto con i prigionieri.

Questi nuovi abitanti formarono una colonia agricola modello, la quale, sotto la direzione paterna del santo eremita, viveva e prosperava nel lavoro e nella pratica delle virtù cristiane. Questa è l'origine dell'attuale città di Saint Leonard de Noblat.

…………..

Ma intanto si avvicinava il giorno in cui San Leonardo sarebbe volato in cielo, a ricevere il premio eterno per la sua vita operosa e santa. Circondato dai suoi discepoli e dai suoi cari coloni, oranti e piangenti, il servo di Dio, il padre dei poveri e dei prigionieri, il fondatore di Noblat, spirò il 6 novembre del 559, nel suo santuario di "Nostra Signora di sotto gli alberi" dove si era fatto portare e dove fu sepolto.

La sua morte fu un evento assai commovente . Come San Benedetto, San Martino e altri santi, San Leonardo, morì circondato dai suoi discepoli, e quali discepoli! Erano per lo più prigionieri che lui aveva liberato e il cui passato era più pesante delle loro catene, più orrendo delle prigioni in cui la vita umana si degradava a livelli brutali. Rifiuti della società, che il mondo disprezza, ma che Leonardo, col lavoro e l'amore aveva trasformato in uomini liberi e cristiani. Evocare questa scena sublime, nei luoghi stessi in cui essa ebbe luogo, suscita ancora oggi, dopo quattordici secoli, sentimenti di struggente ed esaltante emozione.

Da allora sempre più frequenti si fecero i miracoli, sempre più numerosi cominciarono ad affluire i pellegrini e si inaugurò un culto che ben presto si diffuse nella maggior parte dei paesi cristiani. Noi vogliamo raccontare la storia di questi fatti gloriosi.

(1) A Couzon-au-Mont-d'Or (dipartimento del Rodano) anche oggi c'è un asilo o ricovero in cui sono accolti ex-detenuti, che si cerca di riabilitare ad rientrare nella società. Istituzioni analoghe esistono negli Stati Uniti e in particolare St.Leonard's House a Chicago.

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