CAPITOLO V

Come il buon San Leonardo guarì la regina e fu ricompensato dal re

Proprio di fronte all'eremo, sull'altra riva del fiume Vienne, su di una altura a strapiompo sul fiume ,sorgeva un castello, di cui restano poche vestigia.

Questa antica e nobile dimora ospitava i sovrani merovingi, successori di Clodoveo, quando visitavano le loro province o preparavano qualche spedizione militare.

Ora accadde che un re di Austrasia, forse Teodoberto, si trovasse a soggiornare in quel castello con la regina Visigarda, sua sposa in attesa di un bimbo. Improvvisamente essa fu colta dalle doglie del parto; i dolori erano talmente atroci che i medici si trovavano del tutto impotenti a calmarli. Le condizioni della partoriente risultarono subito gravissime, si paventava la morte a breve termine.

Leonardo, avvertito di questo triste evento, lasciò il suo ritiro, scese nella valle, attraversò il fiume e salì al castello, dove regnava la più grande desolazione.

Il re ricevette quest'uomo e rimase profondamente colpito dal suo venerabile aspetto. Quando conobbe il suo nome, la sua origine e il suo genere di vita, capì subito che Dio gli veniva in aiuto inviandogli un Santo. Si gettò ai suoi piedi( lui, un re! ) e lo supplicava di guarire la sua sposa, ormai in agonia. Leonardo rispose che lui non guariva con i rimedi degli uomini, ma nel nome di Gesù Cristo, che aveva spesso esaudito le sue preghiere. Fu introdotto nella stanza della Regina di cui implorò la guarigione con una ardente preghiera , poi si ritirò.

Non era ancora uscito, che la moribonda improvvisamente ritornò alla vita; cessarono gli atroci dolori ed ella diede felicemente alla luce la sua creatura.

Il re, ebbro di gioia, volle ricompensare l'autore della miracolosa guarigione: gli volle offrire gli oggetti più preziosi del suo castello, ma Leonardo li rifiutò dicendo che era molto meglio venderli e distribuire il ricavato ai poveri. Il re insistette e con un gesto di grande generosità offrì al suo benefattore tutta la foresta di Pauvain. Leonardo accetta questo dono, ma non tutta la foresta, soltanto una parte di essa, quanta cioè, secondo uno strano costume del tempo, ne avrebbe delimitata con un giro completo a dorso di un asino in una notte.

Diventato legittimo proprietario di questo territorio, il Santo eremita comincia a costruire una cappella dedicata alla Santa Vergine e a San Remigio, suo antico maestro, il cui culto andava diffondendosi sempre più. Diventerà la Cappella di "Nostra Signora di sotto gli alberi" che è esistita fino al 1793, quando fu sconsacrata. Ne resta soltanto il ricordo e alcune belle pietre che adornano i muri di una casa costruita al suo posto.

Per esercitarvi le pratiche del culto, Leonardo chiese la collaborazione di due esemplari religiosi, alacri e ricchi di pietà. Grazie a questa piccola comunità egli poteva più facilmente assentarsi, per recarsi in pellegrinaggio alla tomba di San Marziale.

I religiosi incontravano numerose difficoltà a far provviste d'acqua, che dovevano andare ad attingere al fiume, che non era vicino. Decisero allora di rivolgersi al loro "Santo direttore" , perché provvedesse in qualche modo.

Leonardo pregò, e il Cielo lo esaudì. Una sorgente scaturì dalla roccia, versando copiosamente acqua fresca e limpida, per la gioia e la comodità dei religiosi e degli abitanti che cominciavano ad insediarsi nei pressi dell'eremo, formando così il primo nucleo di Noblat.

Noblat è il nuovo nome che sostituì quello di Pauvain.

Il termine deriva dal latino "Nobilacum", luogo nobile, nobile per la donazione regale che ne era stata fatta a San Leonardo; nobile per gli speciali privilegi di cui lo gratificarono i re di Francia.

Noblat, bel nome ricco di storia, che da quattordici secoli la regione è fiera di portare. (1)

 

(1) L'etimologia di questo nome è, a dire il vero contestata da alcuni autori, i quali sostengono che questa parola, mezzo latina e mezzo celtica, significhi " terreno di recente coltivato". E' possibile. Comunque senza entrare in una dotta discussione filologica, noi facciamo notare che "terreno di recente coltivato" in latino si traduce "novale-is" plurale "novalia", da cui derivano Nouaille, Nouillas, ed altri nomi di città e regioni. Ma perché Nobiliacum non dovrebbe significare "luogo nobile" (appunto dal latino Nobile) ?

"Il suffisso -acos latinizzato in -acus occupa un posto considerevole nell'onomastica gallica. Esso designa un luogo o una persona" (Langnon: "I nomi di luogo della Francia" ,pag.71). Ne derivano i nomi terminanti in ac .Quindi, Nobiliacum, Noblac, "luogo nobile", ci sembra che si accordi meglio con la tradizione e con la Storia di San Leonardo

 

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