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Come il buon San Leonardo è il patrono di una chiesa e il fondatore di una città, entrambe intitolate al suo nome

Una storia seppure succinta di San Leonardo sarebbe incompleta, se non parlasse della chiesa in cui riposano le sue reliquie e della città di cui è il fondatore, e che entrambe portano il suo nome.

La Chiesa

"La chiesa Reale e Collegiale di Saint Léonard è una opera insigne dell'architettura romanica del Limosino. Essa comprende la chiesa propriamente detta, il campanile e la cappella del Sepolcro chiamata, oggi, Battistero. Fu costruita sul posto di una altra chiesa della prima metà del secolo IX , per accogliere il corpo del Santo esumato dall'Oratorio di N.D. de-sous-les-arbres.

  E' stato scritto e discusso molto su questa chiesa: Architetti, archeologi e storici hanno dedicato all'argomento studi molto approfonditi che permettono di fissare, approssimativamente, alcune date circa la sua costruzione.

Eccole:

XI secolo : nel primo quarto di secolo, la cappella del sepolcro; nel secondo quarto, verso il 1060, i muri della navata e del transetto.

XII secolo: nel terzo quarto del secolo, il campanile e alcuni rifacimenti interni delle

prime tre campate, verso la fine del secolo i muri laterali della quarta e quinta campata, le cupole delle crociere, la lanterna, il coro l'abside e le cappelle radiali.

XIII secolo : verso la fine, la facciata e il portale.

1603 : costruzione della volta del coro, rinforzo dei pilastri e degli archi, sostegno esterno con archi rampanti.

1884 : riparazione del campanile e delle campate ovest della navata.

1899 : restauro del resto dell'edificio.

La chiesa è lunga 66 metri. Senza entrare nella descrizione di particolari troppo tecnici, ci limitiamo a sottolineare che la sua pianta è connotata da una evidente disomogeneità stilistica, dovuta ai diversi periodi della costruzione. Peraltro, questa mancanza di omogeneità non nuoce affatto alla sua bellezza. Al contrario, ne accresce la grazia, la vivacità e la stimolante giusta opposizione degli stili la rendono più interessante per gli studiosi, quasi "provocati" alla soluzione dei problemi della sua costruzione e sistemazione.

Il coro, malgrado le discutibili trasformazioni subite all'inizio del XVII secolo, è molto bello. Il deambulatorio è lungo, ben illuminato e le sette cappelle radiali fanno risaltare la ricchezza dello stile romanico. Sotto il coro, un tempo c'era la cripta con la tomba di San Leonardo. Essa fu murata nel 1191.La sua riapertura e la sua restituzione è nei voti degli amici e ammiratori della chiesa

Tra gli arredi degni di nota: un altare in legno scolpito, che si ritiene risalga alla fine del 1700; due pannelli rappresentano un re e una regina con in braccio un bambino che vogliono senz'altro ricordare un miracolo fatto a Noblat da San Leonardo e, secondo alcuni, la nascita di Luigi XIV, il Re Sole.

Gli stalli furono fatti verso il 1480 ; sono di quercia, decorati con finestrelle in stile gotico. I fregi arcuati sovrastanti gli schienali e le "misericordie" (sporgenze fissate sotto il sedile alzabile delle stallo, che consentono all'occupante dello stesso di appoggiarsi e sedersi pur dando l'impressione di stare in piedi (n,d.t)) sono intarsiati con figure bizzarre e anche audaci, come erano soliti fare i pittori e gli scultori medievali.

Da notare anche una Sant ' Anna, in atto di istruire la santa Vergine, una Pietà in pietra calcarea del XVIII secolo ; nell'attuale cappella di San Giuseppe, una pala d'altare una pietra calcare con scene della vita della Vergine, della fine del XIV secolo inizio del XV. Sotto una arcata del braccio meridionale del transetto, un sarcofago di serpentino, scolpito ad embrici, è venerato come quello che aveva contenuto il corpo di San Leonardo; questo sarcofago è dominato da una statua in legno molto antica, proveniente da un' abbazia dell' Allier. Sul sarcofago è posta una piccola cassa di piombo del XI secolo, che era in esso contenuta e dal quale venne tolta in occasione della "Inventio" delle reliquie, nel 1403. Di fronte al sarcofago nel braccio nord del transetto è degna di attenzione una graziosa e un po’ curiosa statua di San Rocco.

Nella navata c'è un grande dipinto, appeso al muro sud, che rappresenta Geremia che piange sulle rovine di Gerusalemme. Questo quadro, opera del pittore Murat de Felletin, fu donato alla chiesa di San Leonardo dal re Luigi Filippo, su richiesta del Signor Peyramond, deputato della Haute-Vienne. Sulla parete nord c'è un altro quadro di mediocre fattura rappresentante Cristo in croce.

All'entrata della Chiesa, due statue di pregevole fattura, meritano la nostra attenzione: una piccola pietà calcarea e una Vergine col Bambino scolpita in un blocco di granito. Queste due opere sono considerate monumenti storici. Sull'altro lato nell'ingresso c'è una scultura, sempre in granito, rimasta allo stato di abbozzo un po’ approssimativo, che rappresenta un personaggio che vuol essere, forse, un ecclesiastico con le mani incrociate.

Segnaliamo, infine, ma purtroppo solo per rimpiangerle, le superbe pitture della porta nord che si apre sul portico del campanile e che sono scomparse, non si sa né come né quando. Se ne intravedono le tracce sui due battenti. Questi dipinti sono stati ritrovati a New York nel "Museo dei Chiostri". Sarebbe davvero auspicabile rivederle al loro posto.!

 

Il campanile

Il campanile è la parte più bella della chiesa di Saint-Leonard. Alto e slanciato, può essere considerato l'elegante prototipo del campanile romanico del Limosino .E' senz'altro il più bello della regione e forse di tutta la Francia.

Con un ardito gioco architettonico, solido ed elegante, si slancia a 52 metri d'altezza. Vi si possono notare due parti ben distinte. La prima è una torre quadrata a tre piani. La base del primo piano è formata dal portico a loggia su nove pilastri quadrati con gli spigoli rinforzati da colonne cilindriche sormontate da capitelli di stili diversi mirabilmente scolpiti: piccole palme, fogliami, figure umane, animali, mostri. Uno di questi capitelli è di particolare interesse. Rappresenta due guerrieri in lotta. La forma dei loro abiti e delle loro armi rimandano alla metà del XII secolo.

Questi tre piani quadrati sono di straordinaria bellezza. Il secondo in particolare è un vero gioiello ornamentale con le cesellature delle sue pietre. Il terzo è ancora più finemente decorato, secondo il principio degli antichi architetti, per il quale più un edificio si spinge in altezza, più le sue parti devono essere decorate.

La seconda parte del campanile, pur armonizzandosi bene con la prima, presenta delle differenze. Da quadrato diviene ottagonale, il che impone non facili problemi tecnici e stilistici. "Tuttavia ,superando le difficoltà, l'architetto limosino ha felicemente ritrovato le sue qualità di eleganza e di armonia nel disegno dell'ottagono, e particolarmente nella cesellatura delle pietre, che richiama quella del terzo piano, proprio nel punto da cui si eleva la guglia".

Ci si chiede se questa seconda parte del campanile era già progettata nel piano originale o se è stata aggiunta da un altro architetto. Ad un attento esame pare che effettivamente ci sia una perfetta continuità stilistica. La guglia dovrebbe essere più alta, ma si potrebbe pensare anche ad una certa prudenza del costruttore. Comunque, il campanile ci si presenta come una struttura unitaria, che dimostra che coloro che l'hanno costruito possedevano sicure cognizioni tecniche e squisito talento artistico. Secondo una tradizione popolare, i costruttori sarebbero stati inglesi. Il fatto è che il campanile è dell'epoca in cui il Limosino era dominato dagli inglesi e che Riccardo Cuor di Leone avrebbe contribuito alla sua costruzione, in segno di gratitudine per la liberazione dalla prigionia, che attribuiva a San Leonardo (1).

Questo campanile ne sostituì un altro di cui si vede il basamento alla crociera del transetto, sopra la lanterna. Non si sa se quest'ultimo fu terminato o come sarebbe scomparso.

Quanto al campanile attuale, il 15 ottobre 1270, esso fu colpito da un fulmine e in parte distrutto. Nuovamente colpito da un fulmine nel 1467, la sua guglia dovette subire importanti riparazioni. Tre anni più tardi, si dovette procedere ad opere di consolidamento. Nel XIX secolo, dato che la parte superiore minacciava di crollare, fu iniziato nel 1880 un lavoro di totale rifacimento che ebbe esito felice e fu ultimato nel 1884.

Il campanile di Saint Leonard, che domina maestosamente la sua piccola città e il paesaggio circostante, è una magnifica testimonianza di una opera d'arte ispirata dalla fede.

(1) " il nostro grande Santo è morto, ma la sua voce ha lasciato una eco inestinguibile. E' scomparsa la sua capanna e le pietre sulle quali, la notte, posava il suo corpo. La sua grande e bella chiesa è stata eretta con le elargizioni di Riccardo cuor di Leone liberato dalle prigionidi Germania… (Jules d'Aixe " Il segreto di San Leonardo")

 

 

Il sepolcro

Si tratta del piccolo edificio circolare situato tra il campanile e il braccio settentrionale del transetto. Oltre che sepolcro è noto anche come cappella di Santa Lucia e come Battistero, dopo il restauro. Da tempo in rovina, utilizzato come ripostiglio, è stato recentemente restaurato e riportato allo stato originale.

E' una struttura di forma rotonda, la cui volta è sorretta da otto colonne cilindriche, con deambulatorio e quattro piccole absidi esattamente orientate ai quattro punti cardinali. La sua antichità e la sua destinazione sono oggetto di discussione. I più ritengono, che sia più antico della chiesa, a causa della sua collocazione e del suo stile romanico un po’ grezzo e senza ornamenti. La data della sua costruzione si potrebbe situare nella prima metà del XI secolo. Certamente non è stato un battistero, perché non si trova traccia alcuna di fonte battesimale. E nemmeno costudì la reliquia di San Leonardo, perché la sua tomba era nella Cripta.

E allora perché è chiamato Sepolcro ? Forse perché lo si ritiene una riproduzione ridotta del, Santo sepolcro di Gerusalemme, la cui devozione era molto diffusa nel Medi Evo. La sua forma e rassomiglianza con altri monumenti consacrati a questa devozione autorizzano tale opinione. Sarebbe dunque opera di qualche cavaliere o pellegrino di ritorno dalla Terra Santa, forse di quel Goncerad o Conrad, di cui si leggeva nel secolo scorso in lettere del XI secolo, l'epitaffio su di una pietra tombale giacente presso l'edicola: "Hic requi…sit.. Oncerad qui hoc edificavit sepulcrum et obiit VIII K Julii ( qui riposa Goncerad che costruì questo sepolcro e morì l'ottavo giorno precedente le Calende di luglio … cioè il 24 giugno.)

Come si vede, questo piccolo edificio non è certo la parte meno interessante della Chiesa di Sant-Léonard.

 

La città

Nella Sacra Scrittura è detto che " la fondazione di una città renderà immortale il suo fondatore" (Eccl. XLI). San Leonardo merita questa gloria, perché è il fondatore di una città, e di una città che porta e porterà sempre il suo nome: Saint-Leonard-de-Noblat. Ripercorriamo con un rapido sguardo i quattordici secoli della sua storia.

All'inizio, nella solitudine della foresta di Pauvain, non c'è che l'umile oratorio del santo eremita, più qualche capanna, infine le case sempre più numerose della Colonia di Noblat. Il borgo carolingio, raggruppato attorno alla tomba del Padre si ingrandì con i pellegrinaggi sempre più frequenti. I Normanni distrussero la piccola città. Dopo la sua ricostruzione è rimasta sotto la protezione del castello di Noblat il cui mastio si eleva là dove la regina d' Austrasia era stata miracolosamente guarita.

Arriviamo al feudalesimo. La città è sotto la giurisdizione del Vescovo di Limoges e fa parte con Eymoutiers, Saint Junien etc.. del suo dominio temporale (ricordate i vescovi conti (n.d.t).) Segue le vicissitudini politiche dell'Aquitania, ora francese ora inglese fino ad essere annessa definitivamente alla Francia.

Nel 1183 bande armate la distruggono e massacrano numerosi abitanti. Qualche anno più tardi altri predatori, i Brabantini , la occupano. Il 25 marzo 1214, Il re d'Inghilterra Giovanni senza Terra, entra alla testa del suo esercito.

La città di Saint-Léonard prende parte attiva alla storia dei Comuni. Nella sua opera, di notevole valore storico ", Il comune di Saint Leonard de Noblat nel XIII secolo ", Louis Guibert traccia un quadro molto interessante sull'amministrazione civile, finanziaria, giudiziaria e anche militare di una piccola città di provincia, fiera e gelosa delle sue libertà.

A parte qualche solennità straordinaria in onore del santo Patrono, o di qualche visita di re o principi, non si sono verificati, nel secolo XIV e XV secolo avvenimenti di particolare importanza che meritino di essere ricordati. Nel 1576, il venerdì precedente la Domenica delle Palme, i Calvinisti che occupavano la città e si preparavano a saccheggiare le chiese e a profanare le reliquie di San Leonardo, furono cacciati dagli abitanti.

Durante la Rivoluzione, secondo la nuova amministrazione dipartimentale, Saint-Léonard diventò capoluogo di distretto e poi capoluogo di semplice cantone. E siccome il suo nome non era ritenuto abbastanza rivoluzionario, fu cambiato in quello di Tard_Vienne (che potremmo tradurre "che viene tardi" ( n.d.t)). Nome veramente ridicolo, per il quale gli abitanti erano ironicamente chiamati "tard-venus( arrivati tardi). Questo nome venne ben presto abbandonato e la città riprese il nome del suo santo fondatore, di cui è fiera e che conserverà per sempre.

Saint -Léonard ha pagato un sanguinoso prezzo alle ultime guerre con la morte di un gran numero dei suoi figli. Graziosa e attiva cittadina del Limosino, ricca e fiera del suo passato, procede nel lavoro e nella pace verso il suo destino.

La città di Saint-Léonard ha conservato numerose vestigia del suo passato. Ha sostanzialmente mantenuto l'impianto topografico di un tempo. Un abitante del XIII secolo sarebbe in grado di riconoscere le stesse piazze, le stesse vie che hanno soltanto cambiato nome, eccezione fatta per la "rue des Etages" e la "rue Saint Leonard"

C'erano e ci sono ancora :

La Place Commune ( piazza Gay-Lussac) centro degli affari e della vita politica nel Medio Evo,

il Marché aux Porcs (Piazza della Repubblica ),il Marché aux Vaches oggi "Piazza Noblat",

( è necessario tradurre "porci " e vacche" ? forse no !),Via e porta Champlepot (Via J. Jaures);

Via e porta Champmain (Via Victor Hugo),Via e porta Bancherau (via della libertà) ;Via e porta Aumonière (via G.Perrin);Via e porta Font-Pinou (Via della Stazione) ; Via Bouzou-et- Pauvain (via della rivoluzione);Via dei Trois Pommes( via della Halle); Via del Pis (via della Posta);Via Notre Dame (Via del Campanile);Via des Ecoudières (via dei cooperatori),Via della Conge (Via D. Lamezière);Via della Pialle (Via della Uguaglianza);Via Saint Etienne (S.Stefano), oggi Via Gay Lussac,Via della Halle ( via della Fraternità),Piazza San Gerolamo (piazza Denis-Dussoubs)

 

Non restano tracce delle chiese parrocchiali Saint Etienne e Saint Michael, come pure delle Cappelle N.D. de sous les arbres, Saint Jean e Sainte Madeleine.

San Girolamo è diventato la sala delle feste e Champmain è adibita ad altro uso. Un muro ornato ancora di magnifiche finestre gotiche richiama l'antico Consolato; Il Municipio occupa l'area della Sala Episcopale dove i dignitari vescovili tenevano le loro riunioni. L'antico ospitale, dove si erano stabiliti i religiosi Récollets, nel 1524, conserva due belle porte del XII secolo. L'edificio della gendarmeria era l'antico convento delle figlie di Notre Dame che vennero a Saint-Léonard nel 1694.

Nelle strade strette e irregolari, le case antiche sono di gran lunga le più numerose di tutta la città; ce ne sono di tutti gli stili, a partire dal XIII secolo, specialmente quelli del XVII e XVIII secolo. Queste antiche costruzioni sono oggetto di grande ammirazione per i visitatori, il cui numero è in continuo aumento.

Saint-Léonard è sempre stata una città attiva e commerciale. Fin dal XII secolo fu particolarmente fiorente la lavorazione dei metalli e delle pelli, alle quali si aggiunse nel 1500 quella della carta. Nel XV secolo dalla Normandia vi arrivarono dei padellai e dei fumisti. Vi lavorarono anche degli orafi. Ma il pellegrinaggio restava una delle più importanti risorse del commercio.

Oggi Saint-Léonard con le sue fabbriche di porcellane e di carta, di galalite, con i suoi cotonifici e lanifici, con i suoi mulini, con i suoi laboratori per la lavorazione del ferro, del legno, di maglierie, per sue tipografie, le sue miniere di Wolframio, le sue scuole, il suo centro agricolo è una delle più vivaci e attive città del Limosino

 

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