CAPITOLO XIII

Perché viene invocato il buon San Leonardo.

E’ veramente una cosa meravigliosa che un eremita del VI secolo abbia dato il suo nome a un sì gran numero di santuari sia in Francia che fuori di Francia e che sia onorato e pregato in quasi tutti i paesi cristiani. Certo, questo santo eremita è nato sui gradini di un trono e la monarchia francese lo ha sempre riconosciuto e onorato come uno dei suoi figli gloriosi. Infatti molti re di Francia hanno gratificato la città di San Leonardo di speciali privilegi, di cui essa ha goduto fino alla fine del 1700.

Ma ciò che ha contribuito alla fama di San Leonardo e alla diffusione del suo culto è stato soprattutto il suo titolo di "liberatore dei prigionieri". Per ben comprendere l’altissimo valore umano e cristiano di questo titolo, bisogna riflettere sulla condizione veramente orrenda e miserabile dei prigionieri in quei tempi semi-barbari dell’alto medio evo, e prigionieri non sempre colpevoli.

Tra i mezzi proposti ed incoraggiati dalla Chiesa per alleviare le sofferenze di questi poveri infelici, c’era il privilegio accordato dai re a certi personaggi carismatici di poter visitare le prigioni e liberarne quelli che a loro sembravano più degni di tale grazia. San Leonardo, sia per la nobiltà della sua nascita che per la ricchezza, unanimemente riconosciuta, delle sue eccelse virtù, aveva questo privilegio. Ne usò con larghezza, con un forte impatto sociale come diremmo oggi. Non si contentava di aprire ai prigionieri le porte delle celle, ma si adoperava in ogni modo per il loro riscatto morale e spirituale e per il loro reinserimento materiale nel consorzio civile. Erano questi gli scopi perseguiti nella benemerita colonia di Noblat di cui si è già parlato.

Dopo la sua morte i prigionieri più fiduciosi nel suo "credito" presso Dio continuarono ad invocare San Leonardo, che non li deluse: tanti miracoli erano il frutto delle sue preghiere. Le antiche cronache riportano la miracolosa liberazione del prigioniero di Limoges, dello schiavo di Noblat, del cavaliere di Rouergue, del beato Ottone, del pellegrino dell’Auvergne, , del contadino del Poitou, del signore di Bacqueville, di Riccardo il Normanno e di una moltitudine di altri. Questi racconti costituivano una vera e propria "leggenda aurea", incantavano l’immaginazione dei nostri padri e tenevano viva nei prigionieri la speranza della liberazione.

Ma fu soprattutto durante le Crociate che il culto di San Leonardo ebbe una straordinaria diffusione. I cavalieri cristiani che erano fatti prigionieri dai Turchi pregavano con ardore San Leonardo, perché rendesse loro la libertà. Dopo essere stati liberati ,spesso in seguito ad eventi miracolosi, ritornati nei loro paesi, in segno di riconoscenza verso il loro liberatore, gli costruivano delle chiese, molte delle quali sono tuttora meta di pellegrinaggi. Molti venivano alla tomba del santo e sospendevano ai muri della chiesa, in punti ancora visibili le catene come ex-voto.

E’ passato tanto tempo, ma il culto di San Leonardo "Liberatore dei prigionieri" continua. Lo si è potuto ben constatare durante le due ultime guerre mondiali. Quante preghiere sono state recitate, quanti pellegrinaggi sono stati fatti alla sua tomba, per implorare la protezione e il ritorno dei prigionieri di guerra alle loro case(1). Non si può pensare a San Leonardo senza, nel contempo pensare a prigionieri supplicanti o liberati. Tutta l’iconografia tradizionale, gli inni e le preghiere dell’antico ufficio liturgico ci presentano il santo sempre in qualche modo legato ai prigionieri. Nei quadri e nelle statue, sia che ce lo rappresentino come eremita o come diacono o come abate, egli porta sempre strumenti di tortura dei prigionieri, catene, ceppi, manette o simili. Spesso poi lo si vede raffigurato con ai suoi piedi un prigioniero che sta deponendo i suoi ferri o lo sta implorando per essere liberato. "O salvator captivorum et confractor carcerum Leonarde" ( O Leonardo, liberatore dei prigionieri e distruttore delle carceri) .

San Leonardo è invocato anche dalle partorienti, perché possano dare felicemente alla luce la loro creatura. Questa particolare devozione deriva dalla guarigione miracolosa della regina, sposa del re Teodoberto. Molte regine di Francia e una moltitudine di madri hanno pregato e pregano tuttora San Leonardo ,perché venga in loro aiuto nel difficile momento del parto [ a quei tempi il parto era molto pericoloso , con esito incerto, spesso drammatico perché non essendovi gli antibiotici, erano frequenti infezioni mortali (n.d.t.) ] . La regina di Francia Anna d’Austria, moglie di Luigi XIII, ebbe alcune reliquie di San Leonardo, che le portarono i canonici e i consoli della città; essa pregò il santo per la nascita del figlio,il grande Luigi XIV, il re Sole.

La devozione a San Leonardo delle spose e delle partorienti, specie di queste ultime, ha delle evidenti analogie con quella dei prigionieri. Infatti, il bambino nel ventre della madre non è come un prigioniero, pur dolce e caro di cui si attende con trepidazione la "liberazione" cioè l’affacciarsi alla vita? Il popolo ha colto questa analogia e per questo prega San Leonardo.

Favorevole alla felice nascita dei bambini, invocato come protettore del parto, San Leonardo è anche invocato come guaritore della sterilità femminile. Si tratta della "curiosa" devozione del "Verrou" (catenaccio, chiavistello), cui si attribuisce la miracolosa facoltà’ di rendere feconde le donne sterile, non appena lo abbiano toccato. Oggi è rappresentato da una enorme catena di prigioniero, sospesa sopra l’antica tomba del Santo (2).

Infine San Leonardo è invocato per tutti i bisogni e tutte le miserie che fanno salire al Cielo le preghiere e le implorazioni degli uomini. Ci si rivolge sempre a lui con totale fiducia, perché è sempre "Il buon San Leonardo"

(1)La copertina di questo libro rappresenta un pio ed artistico ex-voto offerto alla Chiesa di Saint Leonard da 74 Ufficiali del Limosino e di altre regioni che erano stati internati in un lager nazista

(2) In un documento dei primi anni del XII secolo è fatta menzione di preghiere e offerte fatte San Leonardo "ad cathenam", davanti alle catene.

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