Come la tomba del Buon San Leonardo divenne la mete di un celebre pellegrinaggio
Dopo la morte di San Leonardo, la sua tomba diventò ben presto un luogo di pellegrinaggio frequentato da un sempre maggior numero di fedeli.
La fama di questo pellegrinaggio era dovuta, prima di tutto alla santità del personaggio che si veniva a pregare, ma tanti pellegrini accorrevano anche in segno di riconoscenza verso il santo patrono dei Prigionieri che aveva restituito loro la libertà. Molti portavano le loro catene che lasciavano come ex-voto. Era anche un pellegrinaggio di penitenza, al quale venivano accompagnati dei condannati per reati comuni e per eresia. Inoltre , la chiesa e la tomba di San Leonardo si trovavano lungo uno degli itinerari, quello della Borgogna, che conducevano, al celebre Santuario di San Giacomo di Compostela in Spagna. Una vecchia guida scritta in latino racconta la gioia che i pellegrini provavano quando facevano tappa a Noblat, dove pregavano davanti alla teca di San Leonardo. Tra i pellegrinaggi medievali era uno dei più frequentati. Un cronista limosino del XI secolo, Ademaro di Chabannes racconta che popolazioni di ogni parte venivano a venerare la tomba del santo. Uno storico del secolo successivo Goffredo di Vigeois, dice testualmente che "ogni giorno personaggi della nobiltà e gente comune venivano a portare doni e ad implorare grazie."
Di questa immensa folla hanno fatto parte, come è storicamente documentato, illustri personaggi. Ne ricordiamo alcuni in ordine cronologico:
Pipino Il Breve. Abbiamo già raccontato in quale occasione giunse a Noblat e quali sentimenti di pentimento quel pellegrinaggio gli ispirò. San Gaucher (1068). Originario di Meulans nell’Ile de France, dopo aver pregato davanti alla tomba di San Leonardo, non volle più allontanarsene e fondò a poche leghe di distanza il monastero di Aureil. Il beato Marco e il nipote Sebastiano, nobili Veneziani, vennero a venerare nel 1106, San Leonardo; decisero di restare nella regione dove fondarono l’Ordine dell’Artige.
Boemondo, principe di Antiochia. Illustre crociato che aveva compiuto gesta leggendarie, venne nel Limosino verso il 1000. Fatto prigioniero dai turchi, invocò San Leonardo. Ottenuta la libertà venne a Noblat, in segno di ringraziamento e sospese alla tomba del santo delle catene d’argento, della stessa forma di quelle che aveva portato durante la prigionia.
Galerando, vescovo di Naumbourg in Sassonia venne in pellegrinaggio a Noblat verso il 1114. Scrisse una storia poetica della liberazione di Boemondo che termina con questi versi molto lusinghieri per gli abitanti di Noblat. "Abitanti di Noblat, infiammati dal fuoco sacro della carità, voi avete nutrito e vestito lo scrittore di questa leggenda. Vi conceda la giusta ricompensa il Re dell’Universo e il vostro Leonardo sia per me, non un leone terribile, ma un cardo olezzante di soave profumo"
Riccardo Cuor di Leone. Anche il bellicoso re di Inghilterra venne a ringraziare San Leonardo, dopo la liberazione dalla prigionia in Austria. Secondo una tradizione, che pare ben fondata, egli avrebbe contribuito con cospicue elargizioni alla costruzione della chiesa e del campanile.Carlo VII, re di Francia [ cui sono legate le imprese mirabili di Giovanna d’Arco (n.d.t.) ] , di cui abbiamo parlato, venne in pellegrinaggio nel marzo del 1438. In onore di San Leonardo, al quale si era votato e raccomandato in modo del tutto particolare, affinchè per la di lui intercessione
"potesse restaurare la pace ne l suo regno liberandolo dalla dominazione inglese" , concesse alla città e ai suoi abitanti numerosi importanti privilegi.
Citiamo inoltre Franca- Eleonora, regina di Francia, sposa di Francesco I che venne a Noblat nel 1541; Caterina dei Medici- Regina di Francia fu a Noblat nel 1569; Il principe di Condè, nel 1620, dopo la sua prigionia a Vincennes. Da questa visita data la curiosa usanza della Quintana.
Il 28 luglio 1845 il duca e la Duchessa di Nemours, furono in visita ufficiale a Limoges e vennero ad inginocchiarsi davanti alla tomba di San Leonardo. Anche il Maresciallo Petain, il 21 giugno 1941, quando era capo dello stato, venne a pregare San Leonardo per i soldati francesi in Germania. Le tormentate e discusse vicende politiche del personaggio non devono farci dimenticare questo gesto pio e patriottico.